L’incidente automobilistico in cui morì Albert Camus

Un’automobile fuori strada e, all’interno, uno dei più importanti scrittori della letteratura francese in fin di vita: è questa l’immagine che, il 4 gennaio 1960, videro i primi soccorritori dell’incidente che costò la vita ad Albert Camus.

Aggiudicatosi solo tre anni prima il prestigioso Premio Nobel per la letteratura, Camus è uno dei principali intellettuali del suo tempo: nel 1960, ha 46 anni ed ha alle spalle opere che segnano la letteratura francese e mondiale.

Nel 1942 aveva pubblicato Lo straniero, mentre qualche anno dopo, nel 1947, esce La peste, forse la sua opera più celebre. Sulla sua scrivania, in quei giorni, c’era Il primo uomo, che rimarrà incompiuta e verrà pubblicata postuma.

La festa di Capodanno con l’editore

Aveva trascorso il Capodanno con Michel Gallimard, il suo editore, e la famiglia di quest’ultimo in Provenza, in forza del profondo legame che li legava. Nei primi giorni dell’anno, concluse le feste, Camus si organizza per rientrare a Parigi.

Albert Camus aveva già acquistato il biglietto del treno, quando accetta all’ultimo momento il passaggio che Michel Gallimard gli offre per tornare tutti insieme a Parigi. Il 3 gennaio pernottano a Thoissey e festeggiano il diciottesimo compleanno della figlia di Gallimard, Anne.

Il fatale incidente

Il giorno successivo, il 4 gennaio, Gallimard guida la sua auto, una Facel Vega FV3B, e Camus gli siede accanto. Nei posti posteriori ci sono la moglie e la figlia dell’editore. A metà mattina circa, Gallimard lungo un rettilineo perde il controllo dell’auto.

Si trovano in Borgogna, nel comune di Villeblevin, e viaggiano a circa 140 km/h; l’auto sbatte contro un platano che costeggia il viale e, rimbalzando, si scontra e si accartoccia contro un altro albero.

Le condizioni dell’editore e dello scrittore appaiono da subito molto critiche: Gallimard viene estratto dal veicolo in fin di vita e morirà pochi giorni dopo in ospedale; il premio Nobel Camus riporta fratture al cranio e alle vertebre cerebrali.

Decisamente migliori le condizioni delle due passeggere che, sbalzate in un campo, riportano lievi ferite e si salveranno. I loro ricordi e le testimonianze dei passanti concordano nell’improvviso e immotivato sbandamento della vettura durante la marcia.

Dagli esami svolti dai periti, emergerà che l’asse si era spezzato, forse per via del blocco di una ruota, a sua volta causato dallo scoppio di uno pneumatico. L’auto divenne conseguentemente impossibile da controllare.

Più voci hanno ipotizzato che l’incidente sia stato in realtà un attentato da parte del KGB per via delle posizioni prese di Camus. Camus spirò il giorno dell’incidente e le sue spoglie furono cremate e sepolte in Provenza. 

In occasione del cinquantesimo anniversario della morte, nel 2010, il presidente Nicolas Sarkozy ha proposto la traslazione delle ceneri al Pantheon, dove riposano le più prestigiose personalità francesi, ottenendo però un diniego da parte dei figli.

LEGGI ANCHE:

Murakami e la maledizione del Nobel

Prendila come viene: la morale sempre verde di “Filobus 75”

Aldo Manuzio, l’editore visionario che ha rivoluzionato la tipografia

La morte di Don Rodrigo nei Promessi Sposi

Condividi

Rispondi