Letteratura

Ján Hollý, il Virgilio della Slovacchia

Ján Hollý, chi era costui? Se vi state ponendo questa domanda sappiate che la storia di Ján Hollý è più interessante di quanto possa sembrare a prima vista. Il protagonista dell’articolo di oggi è stato, infatti, un prete di campagna, un cantore delle origini della sua Slovacchia, e traduttore di Virgilio.

Ján Hollý: la vita

Sul finire del XVIII secolo, Ján nasce da una famiglia di agricoltori in Slovacchia e intraprende sin da giovane la carriera ecclesiastica. Si laurea in filosofia e teologia, ma manifesta subito predilezione per la poesia e per i poemi epici.

Fra questi ultimi, si dedicò con entusiasmo a una traduzione, pubblicata nel 1828, dell’Eneide di Virgilio. La lettura e lo studio del poema del grande poeta latino stimolarono Ján Hollý a dedicarsi a opere analoghe che celebrassero la nascita della sua Slovacchia.

Fu così che Ján iniziò a comporre i suoi poemi più famosi, Svatopluk e Cirillo-Metodiada, le opere con cui il poeta-parroco celebra il passato della sua nazione e ne canta, al pari di Virgilio, i natali e i momenti gloriosi. 

Accanto alla scrittura e alla poesia, Ján Hollý dedicò molta attenzione e studio alla lingua natale al punto tale che i “padri” del moderno slovacco, Štúr, Hurban e Hodža, lo consultarono e tennero in considerazione i suoi pareri. Morì nel 1849, a 64 anni, completamente cieco.

Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa

Dicevamo che Ján Hollý maturò, dallo studio e dalla traduzione dell’Eneide, il desiderio di un poema celebrativo delle origini slovacche. Il suo progetto non poteva che imbattersi nella figura dei Santi Cirillo e Metodio.

Considerati patroni di tutti i popoli slavi, Slovacchia inclusa, la Chiesa Cattolica ne fa memoria il 14 febbraio. Papa Giovanni Paolo II, nel 1980, li ha elevati, insieme a San Benedetto da Norcia,  compatroni d’Europa.

Di origini greche, predicarono per molti anni nella Grande Moravia, il grande stato dell’Europa centrale che riuniva diverse popolazioni slave, fra cui la Slovacchia, la Polonia e l’Ungheria, estendendosi, all’incirca, nell’attuale regione della Moravia.

L’attenzione di Ján Hollý si concentra sugli anni spesi dai due santi nella Grande Moravia e si concretizzò nell’opera Cirillo-Metodiada, composta da sei libri e pubblicata, fra il 1834 e il 1835, a Buda dalla tipografia di Martin Hamuljak.

Con Svatopluk e Cirillo-Metodiada, Ján Hollý si è conquistato un posto fra i principali poeti della Slovacchia, avendo cantato e celebrato, su basi storiche, le origini del Paese, e così ha contribuito al consolidamento dell’identità nazionale.

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