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Ava: storia di un’assassina sull’orlo del crollo

Jessica Chastain è l’implacabile sicario Ava Faulkner nel nuovo film di Tate Taylor. Distribuito in Italia da Netflix a partire da gennaio di quest’anno, Ava racconta il ciclo di redenzione e di vendetta di un’assassina su commissione ed ex-tossicodipendente, addestrata dalle forze militari. Ad affiancare la Chastain troviamo John Malkovich, nel ruolo del mentore, e Colin Farrell nei panni dello spietato dirigente delle operazioni para-militari.

La trama

Ava Faulkner è un’assassina su commissione dal passato travagliato ma dall’abilità ineguagliabile. Giunta al suo quarantesimo omicidio, però, i dubbi sulla legittimità delle sue operazioni cominciano a farsi largo in lei, tanto da spingerla a una pausa forzata. E a un ritorno a Boston, dalla famiglia che ha abbandonato otto anni prima.

Rientrata in missione, Ava crede di aver recuperato il solito sangue freddo. Il successivo omicidio finisce però quasi in un fallimento, e la nostra assassina si trova a fare i conti con sé stessa e con la sua vita; venendo travolta allo stesso tempo in un gioco di potere e di vendetta.

Ava

Ava: la vendetta di un’assassina

Abituati a Jason Bourne, alla serie Treadstone e alle avventure delle spie alla Mission Impossible, non ci sorprendiamo certo davanti la storia di un’assassina in cerca di vendetta. Eppure, l’Ava di Tate Taylor, sceneggiato da Matthew Newton, al principio promette parecchie novità. In primis, una protagonista del tutto instabile e in cerca di redenzione.

La sicario di Jessica Chastain è infatti una donna dalla storia tormentata, con un rapporto fragile con la propria famiglia e con sé stessa. Ex-tossicodipendente, forgiata dalla guerra prima e dall’addestramento come assassina poi, all’inizio del film torna a casa proprio per ritrovare il legame con le proprie radici. E per ottenere un perdono del quale sente fortemente il bisogno.

Il film vira però rapidamente verso lidi ai quali siamo più avvezzi, quando lo spaccato familiare cede il passo alla spirale di violenza tipica del genere. Tra sparatorie e combattimenti corpo a corpo, vediamo presto Ava tramutarsi nell’arma priva di anima che teme di essere diventata. Il tutto, però, senza che ci sia un vero e proprio climax, né un momento più alto e indimenticabile di altri.

La pellicola è infatti lenta, poco ritmata. L’originalità intuita all’inizio si perde presto, restituendo alla fine una storia a tratti già vista e priva di mordente. Un peccato, visto che la Chastain è sempre uno spettacolo su schermo. E che l’intero cast attorno a lei prometteva molto, molto di più.

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