La balenottera di Bryde

Scoperto fossile di balena nell’entroterra thailandese

Una lunghezza complessiva pari a 12 metri di cui 3 occupati dalla testa; ne sono state recuperate 19 vertebre, 5 costole, una scapola e le pinne. Si tratta di uno scheletro molto ben conservato di una balenottera di Eden (Balaenoptera edeni), anche nota come balenottera di Bryde (Balaenoptera brydei), e la sua età è compresa fra i 3000 e i 5000 anni, secondo una prima stima e in attesa di una misurazione precisa al radiocarbonio.

Questo cetaceo vive tutt’ora nei nostri oceani e nelle acque thailandesi è considerato una specie protetta per via dei danni causati da pesca e turismo. La peculiarità del ritrovamento è dovuta alla sua ubicazione: siamo a Samut Sakhon, a ovest di Bangkok, quindi sempre in Thailandia, ma a 12 chilometri dal mare.

Dal Mediterraneo all’India al Nordamerica: le antiche coste oggi sono nell’entroterra oppure sotto decine di metri d’acqua

È noto che in un periodo compreso fra 3000 e 6000 anni fa il livello delle acque nel golfo della Thailandia fosse più alto, con la costa diverse decine di chilometri più all’interno rispetto a dove la vediamo oggi.
Tuttavia finora erano stati ritrovati solo fossili di piccole dimensioni quali conchiglie e crostacei e non era chiaro se si trattasse del loro habitat naturale o se vi fossero stati portati da mani umane.

Naturalmente lo scheletro intero di una balena porta invece a conclusioni assai meno dubbie e a serie riflessioni riguardo l’effetto dei cambiamenti climatici soprattutto su aree pianeggianti poco al di sopra del livello del mare, che possono ritrovarsi sommerse in arco di tempo relativamente breve in seguito a simili eventi.

La similitudine con la balonettera boreale rende non affidabili i dati sulla reale distribuzione di questo cetaceo

La balenottera di Bryde preferisce le acque di temperatura superiore ai 20° ed è quindi più diffusa in ambienti tropicali; il comportamento non è noto ma pare ne esistano due tipologie, una stanziale nei pressi delle coste e un’altra migratrice (sia pure su distanze non molto ampie), in mare aperto. Comunque con le sue 25 tonnellate massime di peso necessità di un notevole spazio in cui muoversi e nutrirsi per lo più di piccoli pesci.

Nello stesso strato geologico della balena sono stati rinvenuti ulteriori reperti, dalle conchiglie ai denti di squalo, che potranno fornire indicazioni sull’habitat marino dell’epoca permettendo di compararlo con quello attuale, in attesa del dato preciso sull’età della balena che dovrebbe giungere nelle prossime settimane.

Guarda anche:

Condividi

Rispondi