Heinrich Schliemann: il ragazzino innamorato dell’Iliade che scoprì Troia

La città di Troia e la sua sanguinosa guerra cantata da Omero sono davvero esistite. Nulla di nuovo per noi, donne e uomini del XXI secolo, che  sappiamo della reale esistenza della città, grazie alle operazioni di ricerca e scavo che ne hanno portato alla luce i resti, nell’Ottocento.

Prima di allora, o forse sarebbe meglio dire prima della favolosa impresa di Heinrich Schliemann, Troia e le gesta cantate da Omero nell’Iliade non erano altro che il frutto della fantasia e dell’immaginazione del cantore greco.

Nessuno aveva mai avuto l’idea che ebbe Schliemann, cioè quella di andare alla ricerca dei resti della città. Un’idea, una passione che nacque in lui da ragazzino, quando rimase folgorato dai versi del poema omerico e decise di vivere la sua vita all’insegna di un sogno.

Un ubriaco e i versi dell’Iliade

Figlio di un pastore protestante, appassionato di civiltà antiche, Heinrich nasce nel 1822 in Germania e, proprio dal padre, inizia a conoscere le vicende di Troia e i contenuti dei poemi omerici.

Tuttavia, sarà un episodio molto particolare a farlo appassionare e innamorare perdutamente delle vicende di Troia: nel 1836, quando aveva 14 anni, Schliemann lavorava presso un piccolo commerciante e udì, per caso, un ubriaco recitare i versi dell’Iliade.

Folgorato, Schliemann spese gli ultimi spiccioli che aveva per dare da bere all’ubriaco e sentire nuovamente i versi, che al tempo non sapeva fossero tratti dall’Iliade. Decise di imparare il greco antico, ma dovrà attendere ancora molto prima di cimentarsi con l’impresa della scoperta della città.

Infatti, Schliemann inizierà la sua avventura alla scoperta di Troia solo nel 1868, dopo aver lavorato per anni e accumulato ricchezze tali che gli garantissero mezzi economici per realizzare il suo sogno: trovare Troia.

Negli anni alternò attività redditizie, come il prestare denaro ai cercatori d’oro negli Stati Uniti o la fornitura di materiale bellico alle truppe dello zar durante la guerra di Crimea, allo studio intenso di lingue.

Oltre alle lingue allora in uso, come italiano, inglese o russo, Schliemann si dedicò allo studio di lingue, come il greco antico, l’ebraico e l’arabo, che gli permettessero di leggeredirettamente i testi originali dei poemi omerici.

Gli scavi sulla collina di Hissarlik

Dopo anni di tentativi, nel 1872 Schliemann trovò i primi reperti che testimoniavano l’effettiva esistenza di una città nei pressi dello stretto dei Dardanelli: sulla collina di Hissarlik, in una posizione ottimale per la realizzazione di una roccaforte, individuò i resti di mura e di una civiltà.

Il luogo venne individuato grazie all’analisi dei testi omerici e, in particolare, degli elementi descrittivi che permisero di individuare con precisione il punto in cui sorse la città di Troia e, quindi, procedere con gli scavi. 

Le vicende che hanno portato Schliemann a scoprire Troia costituiscono una storia straordinaria, quasi quanto i testi che l’hanno resa famosa, ma sono anche un invito per noi tutti a credere nelle passioni e nei sogni.

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