Le sirene, personaggi ambivalenti nella letteratura

Grazie alla tradizione hollywoodiana e disneyana tutti quanti noi abbiamo ben in mente chi siano le sirene: le sirene sono affascinanti creature metà donna e metà pesce, la cui caratteristica bellezza non è fine a se stessa, ma è volta ad ammaliare, sedurre le proprie prede.

Presenti nella mitologia e nella letteratura classica, le sirene hanno sempre esercitato un fascino anche sugli scrittori. E non era difficile, considerato sia il loro aspetto che le loro caratteristiche intrinseche.

Le sirene nella letteratura classica

La descrizione di Omero è sicuramente la più famosa: siamo nel XII libro dell’Odissea e Ulisse, nel suo interminabile viaggio di ritorno verso casa, si trova a dover fare i conti, insieme con il suo equipaggio, con queste creature mitologiche.

Avvertito dalla maga Circe del potere che i canti di sirena esercitano sugli uomini, Ulisse e i suoi arrivano preparati al cospetto delle sirene: i suoi uomini si sono tappati le orecchie con cera ammorbidita per impedire al canto di raggiungerli.

Mentre l’eroe di Itaca, curioso di sentire questi mitici canti, non si tappa le orecchie, ma si fa legare stretto a un albero della nave. Come Circe aveva preannunciato, Odisseo implora di farsi liberare per correre, ammaliato dalle voci e dalle promesse, dalle creature.

Nel leggere la narrazione di Omero rimaniamo colpiti dall’assenza di qualsiasi descrizione fisica delle sirene: apprendiamo che vivevano su un’isola sita nei pressi dei mostri Scilla e Cariddi e del loro potere ammaliante, ma nessuna descrizione fisica viene riportata.

La ragione di questa omissione nell’Odissea va ricercata nel patrimonio culturale dell’epoca: le sirene appartenevano al comune retaggio religioso e mitologico per cui Omero ritiene superfluo descriverle al suo pubblico che già le conosceva.
Nella letteratura classica è Apollonio Rodio a darci una descrizione fisica delle sirene ne “Le Argonautiche”: qui leggiamo che erano creature metà umane e per metà uccelli, dotate di affilati artigli.

L’evoluzione dell’immagine delle sirene

Dunque, creature ibride, ma non come le conosciamo noi oggi. Bisogna aspettare l’VIII secolo d.C. e l’affermazione della cultura cattolica per assistere alla trasformazione di questi “mostri” in esseri metà fanciulle e per metà pesci con squame.

Insieme alla loro immagine, nel tempo anche il loro ruolo muterà: la loro natura di esseri ammaliatrici e seducenti non verrà cancellata, ma verrà affiancata da una visione del loro essere più positiva.

Infatti, nei secoli le troviamo nel ruolo di consolatrici. Talvolta consolano, altre dannano, in ogni tempo – dobbiamo riconoscerlo – le sirene hanno sempre esercitato un forte fascino sugli artisti,  e continuano tutt’oggi a essere fonte di ispirazione in ogni arte.

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