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Il Museo del Prado di Madrid riscopre El Greco e Bosch

A Madrid il Museo del Prado resta aperto durante la pandemia da Covid-19, mentre in Italia si assiste ad una nuova chiusura di musei e mostre.

Con la riapertura in “versione ridotta” attuata lo scorso 6 giugno, il Museo Nacional del Prado con Reencuentro aveva già introdotto delle innovazioni per consentire ingressi limitati e per gestire il flusso di visitatori con un adeguato distanziamento interpersonale, offrendo ai frequentatori del museo delle sensazioni estetiche e visive del tutto nuove.

Nonostante l’emergenza sanitaria in corso, il Museo del Prado di Madrid non si arrende, punta anzi ad una nuova riscoperta di due artisti che hanno profondamente segnato l’arte spagnola: El Greco e Bosch. E lo fa attraverso un rinnovato allestimento per permettere ai visitatori una migliore fruizione delle opere, nel totale rispetto delle misure di sicurezza per fronteggiare la pandemia.

El Greco, cinque capolavori sconosciuti da Illescas

La prima novità introdotta dal Museo del Prado di Madrid è l’inserimento, accanto alla mostra permanente nella sala 9B, di cinque capolavori di El Greco poco noti, provenienti dal Santuario di Nostra Signora della Carità di Illescas (Toledo), attualmente chiuso per restauri.

Le cinque tele, tutte di ottima qualità, si trovano in perfetto stato di conservazione e sono state dipinte tra il 1600 ed il 1605. L’esposizione temporanea sarà visitabile fino al 28 febbraio 2021 e va ad affiancarsi al già noto gruppo di grandi tele dipinte da El Greco, risalente allo stesso periodo artistico.

L’esposizione rappresenta un’occasione unica per mettere a confronto due importanti gruppi di opere appartenenti alla produzione finale dell’artista, caratterizzata dall’assenza di convenzioni spaziali, dalle pennellate vibranti e dal cromatismo sempre più ridotto.

El Greco, Incoronazione della Vergine, Santuario di Nostra Signora della Carità, Illescas, 1603-1605.

A tu per tu con Bosch

Altra novità riguarda la sala dedicata a Hieronymus Bosch, noto artista del Rinascimento, di origini fiamminghe ma molto legato alla Spagna e al re Filippo II. La sala 56A è solitamente una delle più visitate in assoluto del Museo del Prado, perché custodisce uno dei maggiori capolavori di Bosch, il Giardino delle Delizie, assieme ad altri suoi due trittici, il Carro di fieno e l’Adorazione dei magi.

Chiusa da marzo scorso, la sala 56A riapre al pubblico con il nome di “Bosch Gallery”, uno spazio espositivo pensato appositamente per consentire ai visitatori una visione ravvicinata da ogni angolazione con le più grandi opere del noto artista fiammingo, grazie a nuove installazioni museografiche e ad una rinnovata illuminazione.

Bosch, Il Giardino delle Delizie, Museo Nacional del Prado, Madrid, 1490 – 1500.

Nuove tecnologie al servizio della cultura

Grazie alla collaborazione con Samsung, inoltre, il Museo del Prado di Madrid ha inserito nella nuova Bosch Gallery un grande schermo che riproduce in successione animata circa settanta ingrandimenti ad altissima risoluzione dei dettagli pittorici, per una fruizione a 360° delle opere dell’artista fiammingo.

Nonostante l’assenza di turisti e le sale semivuote, il Museo si è riorganizzato con sforzi enormi durante il periodo di chiusura del lockdown, ed oggi vuole offrire ai madrileni una pausa di conforto grazie alla cultura, un momento in cui trovare un ristoro per l’anima in un periodo storico di crisi come quello che stiamo vivendo.

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