Il telescopio spaziale Webb porta benefici sulla chirurgia oculare

Il lancio del telescopio spaziale Webb, previsto per il 2021, spalancherà nuovi orizzonti alla ricerca scientifica in campo astronomico, rispondendo a molte domande e creandone di nuove sulle orme del suo celebre predecessore, il telescopio spaziale Hubble.

E tuttavia già ora qui, sulla Terra, noi esseri umani possiamo cominciare a godere dei benefici indiretti causati dalla ricerca necessaria per sviluppare il telescopio spaziale Webb e il lavoro che lo attende nei prossimi decenni.

L’ottica in un telescopio deve naturalmente poter contare su un’accuratezza straordinaria, lenti perfettamente lisce e senza il minimo difetto, a livello di misure infinitesimali come il micron.

Il telescopio spaziale Webb compirà le proprie osservazioni tramite uno specchio principale del diametro di 6,5 metri, formato in realtà da 18 distinte sezioni unite fra di loro.
Al fine di ottenere risultati più rapidi e accurati durante la fase di controllo della qualità degli specchi dopo la molatura, è stato sviluppato un sistema d’analisi denominato Infrared Scanning Shack Hartmann System.

Questo processo, opportunamente adattato, è ora già in uso nel campo della chirurgia oculare: il laser per la correzione di problemi quali presbiopia, miopia o astigmatismo è una realtà da decenni, ma oggi il chirurgo può contare su una mappatura dell’iride cinque volte più precisa delle tecniche precedenti, in grado di rilevare con maggiore accuratezza eventuali aberrazioni che affliggono l’occhio del paziente permettendo un intervento più accurato, in grado di garantire risultati di qualità superiore rispetto al passato.

Una tecnologia nata per agevolare l’esplorazione dello spazio profondo, ambienti alieni distanti miliardi di anni luce da noi, permetterà a molti di vivere meglio la propria quotidianità sul nostro pianeta. L’ennesimo esempio di ricaduta positiva (e non preventivata) della ricerca spaziale sul benessere di noi persone comuni.

(Nella foto, “Modello del James Webb Space Telescope, il successore dell’Hubble” by jurvetson, CC BY 2.0)

Di Corrado Festa Bianchet

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