Addio a Luis Sepulveda, lo scrittore che con “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” ci fece sognare

La letteratura per ragazzi e mondiale stamattina si è svegliata, scoprendosi più povera: è morto Luis Sepulveda, autore di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare e di capolavori che hanno fatto sognare più di una generazione, come Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.

Sepulveda, che per sfuggire alla dittatura di Pinochet si è rifugiato in Spagna, se n’è andato oggi, in silenzio, all’età di 70 anni a causa del Covid-19.

L’autore era ricoverato dal 27 febbraio 2020 all’Ospedale Universitario Centrale delle Asturie a Oviedo, in Spagna, dove si era sottoposto al tampone ed era stato trovato positivo al Sars-Cov-2.

Ad annunciare per prima la sua morte è stata la sua casa editrice, la Tusquets Editores, che in un comunicato stampa postato giovedì 16 aprile 2020 sui social ha scritto:

“Lo scrittore Luis Sepulveda è morto a Oviedo. Lo staff di Tusquets Editores rimpiange profondamente la sua perdita.”

L’autore aveva iniziato a sviluppare i primi sintomi della malattia dopo essere tornato da un Festival della Letteratura, tenutosi in Portogallo.

Sepulveda, durante la sua vita, ha scritto più di venti romanzi, cronache, pezzi teatrali, racconti e fiabe per i bambini che sono stati tradotti in più di cinquanta Paesi.

Luis Sepulveda e il suo impegno in prima linea contro la dittatura di Pinochet

Nato il 4 ottobre 1949 ad Ovalle, una cittadina situata nel nord della capitale cilena di Santiago, l’autore cominciò a militare fin da giovane nella gioventù comunista, per poi passare in un ramo del Partito Socialista.

Proprio per il suo impegno politico, e per le sue idee, venne arrestato nel 1973 dal regime del generale Augusto Pinochet. Sepulveda parlerà poi di quel periodo buio nel suo scritto La follia di Pinochet (La locura de Pinochet, 2003).

“Scrivo perché credo nella forza militante delle parole” diceva spesso lo scrittore, che ha dovuto aspettare fino al 2017 per riavere la nazionalità cilena, che gli era stata tolta proprio da Pinochet.

Dopo essere rimasto in prigione per due anni e mezzo, venne assegnato agli arresti domiciliari grazie all’intercessione di Amnesty International e riuscì a scappare dalla sua dimora, vivendo per un anno in clandestinità.

Catturato di nuovo, venne condannato a 28 anni di prigione, una pena commutata in esilio grazie ad un secondo intervento di Amnesty International.

Lasciò il Cile nel 1977, dove non ritornò mai più. Ritenuto esule in Svezia, il giovane scappò durante una sosta in Argentina per cominciare un viaggio di diversi anni in Sudamerica, dove fonda compagnie teatrali in Ecuador, Perù e Colombia, e si impegna nella lotta armata a fianco dei sandinisti in Nicaragua.

Il primo romanzo che diventò un successo planetario

Un programma di studi per l’UNESCO lo portò a condividere, nel 1978, la sua vita per un anno presso gli indiani Shuar, della quale parlò nel suo romanzo Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, pubblicato nel 1992.

Tradotto in 35 lingue, il primo romanzo di Sepulveda è tuttora un invito a ripensare il nostro rapporto con la natura.

Usando la forma del racconto, l’autore cileno narra la storia di Antonio José Bolivar, che conosce il popolo amazzonico degli Shuar (chiamati anche Jivaros dagli invasori spagnoli).

Quando gli abitanti del villaggio lo accusano ingiustamente dell’omicidio di un cacciatore bianco, il vecchio lascia i suoi romanzi d’amore, l’unica via di fuga dalla barbarie degli uomini, per mettersi alla ricerca del vero colpevole, una maestosa pantera.

Successo mondiale, questo romanzo è stato adattato per il cinema nel 2001 da Rolf de Heer, con Richard Dreyfuss nei panni del protagonista principale.

Luis Sepulveda e il rifugio, trovato dopo 25 anni, in Spagna

Partendo dall’America Latina, Sepulveda si stabilì in Europa nel 1982, prima ad Amburgo, in Germania, dove lavorò per diversi anni come giornalista e affiancò anche per diversi anni Greenpeace, con cui navigò sui mari.

Dopo aver ritrovato la sua prima moglie, la poetessa cilena Carmen Yanez, torturata sotto la dittatura cilena, lo scrittore si stabilì a Gijon, nelle Asturie, nel 1996.

Luis Sepulveda, che aveva anche un’attività marginale come sceneggiatore e regista, scrisse anche Il nipote americano (o Patagonia Express), Le rose di Atacama e La fine della storia.

Il suo più grande successo, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, pensato dall’autore per i giovani “dagli 8 agli 88 anni”, è diventato anche un film di animazione.

Di Francesca Orelli

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1 commento su “Addio a Luis Sepulveda, lo scrittore che con “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” ci fece sognare”

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