Letteratura

Fabrizia Ramondino, scrittrice cosmopolita del Novecento

Se vi capita di visitare Napoli con l’ausilio di una guida pubblicata qualche anno fa, potreste avere un momento di difficoltà a trovare le rampe Ramondino: solo nel 2021, infatti, il Comune di Napoli ha intitolato alla scrittrice Fabrizia Ramondino le rampe Pontecorvo.

Trenta gradini, nel cuore della città partenopea, sono l’omaggio che Napoli ha fatto a una delle più grandi scrittrici italiane del Novecento, purtroppo spesso esclusa dai testi scolastici e poco conosciuta fra i lettori.

Eppure, basta un’occhiata veloce per vedere quanto sia stata trasversale e ricca la produzione letteraria della scrittrice, nata nel 1936 e morta nel 2008 nei pressi di Itri per un malore sopraggiunto dopo un bagno in mare.

Guerra di infanzia e di Spagna

Fra i romanzi di Fabrizia Ramondino svetta, almeno per la sua recente ristampa, Guerra di infanzia e di Spagna dove le vicende della piccola protagonista, la bambina Titina, ricalcano molto quanto visse l’autrice.

Siamo agli albori della II guerra mondiale e Titina va a vivere sull’isola di Maiorca, nei pressi della Spagna allora in guerra civile, per seguire il padre diplomatico in missione: la vita quotidiana della piccola sarà narrata con la lente dell’innocenza e della meraviglia, tipiche dell’età.

Come Titina, Fabrizia Ramondino visse parte dell’infanzia a Maiorca e, successivamente, trascorse periodi in Francia, Germania, soggiorni che contribuirono a forgiare un carattere e una formazione cosmopolita, pur senza attenuare l’attaccamento per la terra natale.

L’impegno sociale

Negli anni Sessanta, è a Napoli dove si impegna in prima persona nell’insegnamento e nell’educazione dei bambini e ragazzi che abitano nei vicoli; il territorio e la disoccupazione divengono oggetto di indagine da parte di Ramondino.

Nel 1977 pubblica, su richiesta di Goffredo Fofi, il saggio Napoli. I disoccupati organizzati; è del 1998 Ci dicevano analfabeti. Il movimento dei disoccupati napoletani degli anni ’70. Fedele al suo cosmopolitismo, dedicherà tempo e attenzione anche ad altri temi e altri luoghi.

Ad esempio, il reportage con le testimonianze delle donne ospitate nel Centro Donna Salute Mentale di Trieste, pubblicato nel 2001 (Passaggio a Trieste) o Bagnoli. Lo smantellamento dell’Italsider, sempre del 2001.

Morte di un matematico napoletano

Romanzi, saggi e sceneggiature: nella vasta produzione di Fabrizia Ramondino, una delle scrittrici italiane che hanno contribuito ad arricchire la nostra letteratura, ci sono anche testi per il mondo del cinema e del teatro.

Fra questi, Morte di un matematico napoletano, il film del 1992 sulla vita del matematico Renato Caccioppoli che ha visto Mario Martone dietro la cinepresa e, nel cast, fra gli altri, Toni Servillo, Licia Maglietta e Vincenzo Salemme.

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