Quando Umberto Eco e Ken Follett si criticarono vicendevolmente

Periodo piuttosto complicato, il Medioevo ha ispirato moltissimi scrittori in epoche differenti. Probabilmente, in Italia il romanzo più famoso ambientato nei secoli bui è “Il nome della rosa”, scritto dall’indimenticato Umberto Eco.

Il nome della rosa

Pubblicato più di quarant’anni fa, “Il nome della rosa” ha rappresentato l’esordio narrativo del semiologo piemontese ed è il più venduto fra i suoi romanzi. Nonostante i successivi romanzi non abbiano avuto lo stesso successo, Eco non ha mai ritenuto “Il nome della rosa” il più bello dei suoi libri.

Nell’arco di una settimana, in un monastero benedettino, si sviluppa la storia che vede protagonisti il frate francescano Guglielmo da Baskerville e il novizio Adso al suo seguito: i due si troveranno a indagare su una serie di efferati omicidi che avvengono nel monastero.

Apprezzato da pubblico e critica, il romanzo è stato tradotto in oltre 45 lingue ed ha venduto oltre 60 milioni di copie. Il giornale francese Le Monde  lo ha inserito nella lista dei migliori 100 romanzi del secolo e, nel 1981, ha ricevuto il premio Strega.

A conti fatti, un vero e proprio mostro sacro del genere. Oppure no: lo scrittore inglese Ken Follett non ha apprezzato il romanzo di Umberto Eco e non ne ha fatto mistero. Forse non tutti ricordano la polemica che nacque più di dieci anni fa.

La polemica fra Umberto Eco e Ken Follett

Nel settembre 2010, Ken Follett ha pubblicato “La caduta dei giganti”, il primo romanzo della “Trilogia del secolo”, e proprio alcuni giorni prima della pubblicazione Umberto Eco criticò lo scrittore inglese.

Ad attirare le osservazioni di Eco fu il parallelismo fra il romanzo “Il nome della rosa” e “I pilastri della Terra” di Ken Follett, ambientato nel XII secolo e incentrato sulle vicende legate alla costruzione di una cattedrale.

Eco entrò a gamba tesa sulla narrazione di Follett, ritenendo che “I pilastri della Terra” presentasse un lungo pezzo centrale con avventure improbabili, narrate in maniera sciatta e noiosa. Concluse sostenendo di preferire Alessandro Manzoni a Ken Follett.

La risposta di Follett non si fece attendere e non fu da meno: sotto la scure dello scrittore inglese cadde il pezzo centrale de “Il nome della rosa”, ritenuto lungo, descrittivo e noioso. Follett disse di preferire Dan Brown a Umberto Eco.

Un botta e risposta letterario molto vivace che è entrato a far parte della letteratura contemporanea, complice il successo dei due protagonisti, due autori molto amati e apprezzati dal pubblico, ma – a quanto pare – non reciprocamente.

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