Oppenheimer: il Prometeo Americano

C’era grande attesa per l’ultima pellicola di Cristopher Nolan e anche questa volta il regista britannico non ci ha delusi portando sugli schermi il padre della bomba atomica, Robert Oppenheimer. Sin dalle prime scene è chiara la chiave di lettura del regista. Definito “Il Prometeo Americano”, Oppenheimer è un uomo che ha messo a servizio dell’umanità il suo genio per creare qualcosa che segnerà un punto di non ritorno.

Una condanna all’umanità
La pellicola è ben diversa da una monografia; Nolan non si concentra sul singolo scienziato e non emette un giudizio di condanna o assoluzione, giudizio che forse molti si aspettavano. Piuttosto il regista condanna la forte ambizione creativa dell’uomo, che, elevandosi ad un essere creatore, capace di distinguere il bene dal male, usa il proprio potere solo per portare distruzione, imporsi e prevaricare sugli altri. Emblematica è la frase pronunciata da Oppenheimer: “Qualsiasi arma avessimo creato sarebbe stata usata”, una finale presa di consapevolezza sull’incapacità umana di gestire il potere in modo costruttivo.



Frankenstein vs Oppenheimer
Come un moderno Frankenstein, padre di una creatura che può essere vista come benigna o malvagia, Oppenheimer è padre di una delle invenzioni più sorprendenti del secolo dal punto di vista scientifico ma che se usata su una popolazione provocherà effetti devastanti. Il parallelismo tra Frankenstein e Oppenheimer è quindi evidente: se il primo gioca ad essere Dio creando un essere che suscita in noi la domanda se il vero mostro sia la creatura o il creatore, nel caso di Oppenheimer il mostro è la bomba? Chi ha l’inventata? O chi ha deciso di usarla? In conclusione il film più che con una risposta definitiva ci lascia con quesiti aperti, che non riguardano solo il mondo o le singole persone ma noi in quanto esseri umani in relazione al nostro pianeta, al prossimo e a noi stessi.

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