Letteratura

I manuali di caccia alle streghe al tempo dell’Inquisizione

Cultura e crescita, progresso e arricchimento. Probabilmente sono questi i primi termini che associamo al mondo della letteratura, dimenticando che non tutti i libri possono essere classificati in questo modo. Prendiamo, ad esempio, i manuali di caccia alle streghe.

Come è tristemente noto, la storia dell’umanità si è macchiata di infiniti e aberranti crimini in ogni tempo. Fra questi, per secoli, come dimenticare la persecuzione di donne, ma anche uomini, accusati di stregoneria?

Si stima che furono circa 40 mila le persone che morirono accusate di stregoneria e, di queste, circa l’80% erano donne. La caccia alle streghe iniziò nel Medioevo e si protrasse per secoli, fino al XVIII secolo, quando si registrò l’ultimo rogo in Germania, nel 1756.

In sostanza, dalla fine del Medioevo fino all’Illuminismo, passando per i secoli che videro cattolici e protestanti in aperta contrapposizione; nel mezzo, l’invenzione della macchina che ha rivoluzionato la storia, la stampa.

Libri per reprimere la stregoneria

Negli anni di furente lavoro per l’Inquisizione, vennero messi a punto diversi libri, trattati e manuali aventi come scopo quello di perseguire le streghe e, quindi, reprimere la stregoneria e il paganesimo.

Fra questi trattati, rivestì un ruolo particolarmente importante il Malleus Maleficarum, pubblicato nel 1487 e opera del frate domenicano Heinrich Kramer e del suo collaboratore Jacob Sprenger. Sebbene non fosse un trattato originale, ebbe un eco impressionante.

Pubblicato ininterrottamente per secoli, fino al XVIII secolo, arrivò a 35.000 copie e fu addirittura secondo solo alla Bibbia quanto a distribuzione. L’opera, strutturata in tre parti, contiene sia aspetti nozionistici che pratici.

A partire dalla natura della stregoneria si arriva a dare indicazioni su come procedere alla cattura delle streghe, ma anche al processo, ammettendo il ricorso della tortura durante l’interrogatorio, e all’eliminazione delle stesse.

Il manuale, dicevamo, non è originale, trattandosi di una raccolta organica di nozioni già contenute nel manuale Directorium inquisitorum del capo dell’Inquisizione di Aragona, Nicolas Eymerich, e nel testo Formicarius del domenicano tedesco Johannes Nider.

Più recente è il Compendium maleficarum del teologo italiano Francesco Maria Guaccio: il testo, pubblicato nel 1608, tratta nel dettaglio la figura delle streghe e le loro attività, con approfondimenti sui veleni e poteri utilizzati.

Accanto a queste pagine letteralmente buie della storia e della letteratura ci sono numerosi esempi di strega nella letteratura che permettono di affrontare il tema da un punto di vista più narrativo. Il nome della rosa, romanzo di Umberto Eco, non ha certo bisogno di presentazioni.Meno noto è La strega innamorata di Pasquale Festa Campanile, ambientato nell’Italia del Seicento, mentre ispirato alla figura di Nicolas Eymerich è il ciclo fantastico-fantascientifico scritto da Valerio Evangelisti.

LEGGI ANCHE:

Donne nella storia e nella letteratura: “La strega innamorata” di Pasquale Festa Campanile

bell hooks e la lezione di trasgressione che ci ha lasciato

“La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”: la cucina secondo Pellegrino Artusi

Libri e carcere: i titoli più famosi ispirati dall’esperienza di prigionia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *