“La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”: la cucina secondo Pellegrino Artusi

Se Pellegrino Artusi fosse vissuto ai giorni nostri avrebbe avuto sicuramente un suo format tv a sfondo culinario. Ma quale? La domanda apre una discussione a cui, come tutte quelle di questo genere, è difficile rispondere.

Non mette ne’ in difficoltà e neppure in disaccordo rispondere alla domanda inerente il più famoso scrittore della cucina in letteratura italiana: la risposta unanime è Pellegrino Artusi, conosciuto da tutti per “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.

“La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, il libro di ricette di Artusi

Nato nel 1820 a Forlimpopoli, Pellegrino Artusi fu un uomo di affari. Leggendo la sua biografia, sorprende abbastanza scoprire che non fu ne’ un cuoco e neppure un professionista legato al mondo della ristorazione.

L’uomo che ha celebrato la cucina in letteratura, infatti, aveva ben altre priorità nella vita: dal punto di vista professionale era inserito con profitto nel commercio, occupazione che gli permise di vivere in condizioni piuttosto agiate.

In età avanzata, si ritirò dal lavoro e poté coltivare i suoi diversi interessi a tempo pieno; su tutti, la sua passione era la letteratura che lo vide impegnato nella stesura di una biografia su Ugo Foscolo e di una sorta di commentario alle lettere di Giuseppe Giusti.

Probabilmente immaginava di diventare celebre con queste opere, ma il destino volle che a renderlo famoso fosse la sua passione per la cucina che egli traspose nel libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.

Oltre a riunire quasi 800 ricette da tutta Italia, Artusi le spiegò passo passo e le condì di aneddoti e riflessioni personali, usando uno stile unico: il libro colpisce ancora oggi noi lettori del XXI secolo, possiamo immaginare l’effetto che fece sul pubblico di allora!

Il libro di Artusi: non solo cucina in letteratura

Sebbene le ricette siano il cuore del libro, è atto dovuto sottolineare che “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” ha un valore che va ben oltre: contestualizzando l’opera, siamo nell’Italia  unita da pochi decenni, con un basso livello di scolarizzazione e senza mass media.

Artusi ha raccolto, raccontato e celebrato abitudini e tradizioni alimentari di tutto lo Stivale, contribuendo sicuramente ad accorciare le distanze nel nostro Paese,  diffondendo la lingua italiana che, ai tempi, era ancora un ostacolo per molti.

Un piccolo, ma significativo contributo a “costruire” l’Italia, passando dall’ambiente che, da Nord a Sud, unisce e ci ha reso celebri nel mondo: la tavola e la cucina italiana, una nostra eccellenza, da sempre!

LEGGI ANCHE:

Chef Bastianich loda la cucina calabrese: Calabria di tendenza negli USA

Anna Moroni, la vittoria contro i pregiudizi di genere in cucina

Lingua italiana: quando le forme corrette vengono scambiate per errori

L’abitudine italiana di bere caffè e la disfatta di Caporetto

Condividi

Rispondi