Poiana dalla coda rossa

Poiane ricevono penne caudali da donatori e tornano a volare

Il Buteo jamaicensis, comunemente chiamato poiana codarossa (o anche poiana della Giamaica) è il più diffuso rapace nordamericano, tanto da costituire una vista familiare anche in tante aree urbane. La sua caratteristica più evidente è costituita, come indica il nome, dalle penne della coda bruno-rossastre che insieme alle ampie ali gli permette di volare apparentemente senza sforzo.

Ma a volte non sono più in grado di farlo. Fra dicembre 2021 e gennaio 2022 lo SPCA Monterey County Wildlife Rescue and Rehabilitation Center ha soccorso 45 poiane dalla coda rossa, diverse delle quali troppo malridotte per sopravvivere da sole. “Quasi ogni poiana stava morendo di fame e ognuna aveva segni superficiali di sintomo di problemi, ferite che indicavano forse un aggressione subìta da un altro animale, anche altri falchi”, spiega Ciera Duits-Cavanaugh, direttrice del Wildlife Center. “Dato che quasi tutti sono uccelli nel primo anno di vita, presumiamo non stiano trovando abbastanza prede o che non abbiano molto successo con la caccia”.

Il pronto soccorso della SPCA, Society for the Prevention of Cruelty to Animals

Se le specie in necessità di soccorso fossero più numerose, si potrebbe supporre un problema diffuso; ma al centro stanno arrivando solo code rosse e ciò viene attribuito a una combinazione di circostanze, incluso un anno particolarmente favorevole dal punto di vista riproduttivo che ha portato a una carenza di prede in rapporto alle necessità. Inoltre, ipotizza Duits-Cavanaugh, con così tanti giovani uccelli in natura molti potrebbero essersi separati dai loro genitori prima che avessero abbastanza tempo per sviluppare le capacità di caccia e sopravvivenza: troppo deboli per volare, si trovavano a terra probabilmente correndo per sfuggire ai predatori e ciò ha causato l’usura e la rottura delle penne della coda.

“Purtroppo, la maggior parte dei rapaci che abbiamo ricevuto è morta entro le prime 24 ore di cura”, continua Duits-Cavanaugh. “Li prendiamo ad un certo punto della giornata, proviamo a stabilizzarli e poi torniamo la mattina ma li troviamo morti. Ci piace credere di averli messi il più a loro agio possibile, ma per alcuni di loro era semplicemente troppo tardi”.

La storia di due giovani esemplari è tuttavia a lieto fine, grazie all’intervento del team di veterinari che li ha dotati di nuove penne della coda provenienti da uccelli donatori e li ha così potuti rimettere in libertà. “La prima poiana era stata trovata a terra in località Tres Pinos, incapace di volare, con una ferita in bocca e una vicino all’occhio”, spiega Beth Brookhouser, vicepresidente marketing e comunicazione di SPCA. “Aveva le penne della coda spezzate e soffriva di parassiti. Il secondo esemplare è stato trovato a terra a King City, anche lui incapace di volare, con gli stessi problemi e inoltre ferite sulla chiglia (l’escrescenza ossea necessaria ai muscoli pettorali)”. L’intervento, una tecnica chiamata imping (spinta, inserimento), ha richiesto a specialisti in fauna selvatica di inserire in ogni rachide fratturato un piccolo perno con una penna di donatore, tagliati su misura e fissati con resina epossidica.

“I rapaci richiedono una coda perfettamente funzionante per eseguire le manovre dinamiche atte a decollare, volare e cacciare per sostenersi”, continua Duits-Cavanaugh. “Le penne della coda donate ci hanno permesso di creare code completamente piumate, che dovrebbero resistere fino a quando gli uccelli non muteranno naturalmente nuove penne della coda, di solito fra giugno e agosto”. I due falchi sono stati rilasciati sani e salvi in ​​natura verso la fine di gennaio, vicino ai luoghi in cui erano stati trovati.

Al Centro non mancano mai pazienti: il picco in primavera

Il Wildlife Center si stava prendendo cura di altre due poiane dalla coda rossa; un adulto arrivato con una grossa ferita due mesi fa e un giovane giunto debole ed emaciato. “Abbiamo messo il giovane in un’incubatrice per riscaldarlo ed è sopravvissuto alla notte”, dice Duits-Cavanaugh. “Non era fuori pericolo, ma le prime 24 ore sono cruciali. Poiché arrivano così debilitati, dobbiamo attendere fra i tre e i cinque giorni per vedere se ne usciranno. Nonostante il grande impegno da parte dell’uccello stesso che della squadra di salvataggio della fauna selvatica, la giovane poiana ha ceduto alle ferite riportate prima di raggiungere il suo quinto giorno di cura. Il Centro di salvataggio e riabilitazione della fauna selvatica continua a prendersi cura di ulteriori 20 pazienti fra piccoli uccelli canori, due falchi e un airone bianco, oltre a una tartaruga palustre e una mamma opossum con otto cuccioli nel marsupio.

“Tra un mese o due, in primavera, facilmente ci avvicineremo ai 100 pazienti”, prosegue Duits-Cavanaugh. “La stagione delle nuove nascite è proprio dietro l’angolo, quindi la natura selvaggia si riempirà di creature molto vulnerabili. Ci prendiamo cura di ogni animale, che si trovi sulla terraferma come degli uccelli marini e costieri, mentre le lontre marine sono curate dal Monterey Bay Aquarium. Ogni anno, lo SPCA Wildlife Rescue and Rehabilitation Center accoglie più di 3.000 animali da sottoporre a cure mediche. Le specie spaziano da grandi animali come linci rosse, cerbiatti, opossum, falchi, gufi e pellicani a piccoli animali come scoiattoli, puzzole, tartarughe, colibrì, pipistrelli e rondini.

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