Il rilievo di San Giorgio e il drago
Il rilievo di San Giorgio e il Drago, noto anche come San Giorgio e la Principessa, è un’opera di Donatello realizzata in marmo apuano e situata alla base della nicchia dell’Arte dei Corazzai e Spadai della chiesa Orsanmichele a Firenze, ad oggi custodita nel Museo del Bargello.
Quella che attualmente si trova nella nicchia, così come la statua di San Giorgio, è una copia in marmo. Il rilievo è molto importante perché rappresenta l’esempio più antico sia dello stile stiacciato che dell’uso della prospettiva centrale in un’opera d’arte.
Storia del rilievo di San Giorgio e il drago
Aggiunto dall’artista nel 1417, il rilievo di San Giorgio e il drago venne realizzato dopo che aveva già completato la statua, cioè l’anno precedente, nel 1416. Secondo un documento del 1417 l’artista acquistò un blocco di marmo destinato proprio allo zoccolo del tabernacolo.
L’intera opera venne commissionata a Donatello dalle Arti dei Corazzai e Spadai, il cui Santo Patrono era appunto San Giorgio. Quando venne aggiunta alla scultura, anche la formella ebbe enorme successo, per le novità che apportava proprio nella rappresentazione della prospettiva.
La tecnica, messa a punto dal Brunelleschi in quegli anni, è stata rappresentata nel rilievo da Donatello, e l’opera è considerata come fra le più antiche a prospettiva centrale a punto unico di fuga, con tutte le figure collocate con coerenza estrema nello spazio.
Nel corso del XIX secolo la statua venne spostata in una nicchia sul lato sud per salvaguardarla dal degrado. Nel 1891 venne trasferita nel Museo Nazionale del Bargello, mentre la base contenente il rilievo venne riunita alla statua di San Giorgio nel 1976.
Descrizione dell’opera e significato
Nel rilievo Donatello raffigura lo scontro di San Giorgio con il drago, simbolo della lotta fra bene e male. Al centro è scolpita la figura del santo che affonda la lancia nel petto dell’animale, mentre alla sua destra si staglia la figura di una principessa prigioniera, in piedi, che osserva la scena.
Dietro la fanciulla, sul lato destro, si può notare in prospettiva lo scorcio di un colonnato con archi a tutto sesto. Invece, sulla sinistra, oltre la figura del drago, è raffigurato l’antro in cui si rifugia l’animale. Un paesaggio occupa lo sfondo della predella, infatti si possono individuare rilievi appena accennati di colline e alberi.
Per quanto riguarda il significato di questo rilievo, il crociato simboleggia la cristianità che lotta contro gli infedeli, la zona a sinistra rappresenta il pensiero medioevale e la parte destra in cui si trovano la principessa e il colonnato prospettico sono l’emblema della ragione rinascimentale.
La scena concentra l’attenzione dell’osservatore sulla figura di San Giorgio e presenta una costruzione dell’azione molto incisiva, composta da una serie di linee incrociate che rendono pienamente la drammaticità dello scontro fra i due antagonisti.
L’essenzialità della scena è tipica dello stile rinascimentale, i personaggi sono infatti i protagonisti e sono posizionati nello spazio con una tale coerenza che rende compressibile nell’immediato la natura dello scontro, messo in evidenza anche dalle variazioni di chiaroscuro.