Susanna e i vecchioni di Artemisia Gentileschi

Susanna e i vecchioni” è il titolo di una delle opere più significative realizzate dalla pittrice italiana Artemisia Gentileschi. Il dipinto è un olio su tela datato al 1610 ed appartiene alla Collezione Graf von Schönborn, presso Pommersfelden, in Germania.

Il tema dell’opera

Il soggetto raffigurato nell’opera di Artemisia Gentileschi, ovvero quello di Susanna e i vecchioni, è tratto dagli episodi dell’Antico Testamento e rappresenta una delle scene maggiormente riprodotte dagli artisti del XVI e XVII secolo.

L’episodio, narrato nel libro di Daniele, parla di una donna di nome Susanna che viene sorpresa da due uomini anziani mentre fa il bagno e viene ricattata sessualmente: se la donna non si fosse sottomessa al loro desiderio, i due anziani avrebbero detto al marito Daniele di averla sorpresa con un amante. Susanna, per non cedere al ricatto, accetta l’ingiusta accusa da parte dei due anziani ed in seguito sarà lo stesso Daniele a riportare a galla la verità.

Dell’opera Susanna e i vecchioni esistono altre due versioni attribuite ad Artemisia Gentileschi, che riproducono la stessa scena in maniera leggermente differente: una tela è datata al 1622 ed l’altra è datata al 1649.

Descrizione e analisi dell’opera

Il dipinto, realizzato da Artemisia Gentileschi all’età di soli 17 anni, è la dimostrazione delle eccellenti qualità artistiche già raggiunte dalla pittrice alla sua giovane età e rappresenta anche la ricerca di una autonomia stilistica rispetto al padre Orazio. Se da un lato il dipinto segue l’impronta realistica dello stile caravaggesco, dall’altro guarda anche alle novità introdotte a Roma da Annibale Carracci.

Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni, 1610, Collezione Graf von Schönborn, Pommersfelden, Germania.

La scena è essenziale e raffigura soltanto i tre protagonisti dell’episodio biblico, ovvero Susanna e i due vecchioni, disposti in modo piramidale. La donna in primo piano è rappresentata in una posa avvitata e mostra il suo corpo nudo dipinto dall’artista in maniera molto realistica, grazie alle delicate ombreggiature.

Susanna solleva le braccia verso l’alto, come per difendersi dalle molestie dei due guardoni che si trovano dietro la balaustra marmorea, mentre volge lo sguardo dalla parte opposta, inorridita dal loro ricatto sessuale.

Interpretazione

L’opera Susanna e i vecchioni è stata oggetto di numerose interpretazioni e dibattiti: secondo una lettura dell’opera che fa riferimento alla biografia dell’artista, la Susanna raffigurata nel dipinto sarebbe una sorta di auto-rappresentazione della stessa Artemisia Gentileschi.

La giovane artista, infatti, fu vittima di uno stupro da parte del pittore Agostino Tassi, amico e collaboratore del padre, che proprio in quel periodo stava lavorando assieme ad Orazio a Palazzo Pallavicini Rospigliosi per realizzare la loggetta della sala del Casino delle Muse. Secondo alcuni studiosi, l’uomo con i capelli scuri raffigurato nel dipinto sarebbe proprio il Tassi, in realtà dall’aspetto troppo giovane per essere un “vecchione”.

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