Il sito di L’Anse aux Meadows, ubicato nella parte settentrionale dell’isola di Terranova, Canada, è dal 1978 Patrimonio dell’Umanità UNESCO poiché ospita le testimonianze della presenza dei vichinghi in Nordamerica cinquecento anni prima del viaggio di Cristoforo Colombo. Oggi è oggetto di una ricerca internazionale che include la testimonianza di un antico brillamento solare.
Dell’antico villaggio scoperto nel 1960 resta in realtà ben poco e l’interesse turistico è rappresentato per lo più dalla ricostruzione di un edificio, una casa, nello stile vichingo dell’epoca. Ciò che attirò l’attenzione dei ricercatori è infatti prezioso ma tutt’altro che spettacolare, come frammenti del legname parte degli edifici originali affioranti dal terreno.
Fra i reperti archeologici vi erano dei pezzi di legno che all’epoca rischiavano di essere considerati qualcosa di assolutamente secondario, in grado di raccontare ben poco e che potevano persino rischiare di andar perduti se l’archeologa canadese Birgitta Wallace, fra le autrici dell’odierno studio, non avesse oltre cinquant’anni fa avuto la presenza di spirito di conservarli accuratamente a bassa temperatura ritenendo che in futuro la scienza avrebbe potuto farne un buon uso.
Gli eventi cosmici ci raccontano la storia dell’umanità
In effetti negli anni 60 la tecnica della datazione al carbonio-14 stava muovendo i primi passi e oggi possiamo ottenere risultati molto più precisi. Ma c’è di più, ovvero l’interdisciplinarità, la collaborazione fra scienze apparentemente lontane fra loro, che permette oggi di effettuare una datazione estremamente affidabile grazie a un evento cosmico, un’espulsione di massa coronale da parte del Sole (brillamento).
La dendrocronologia è a sua volta una tecnica di datazione, in uso fin da inizio Novecento e basata sulla ben nota caratteristica degli alberi di generare con regolarità un cerchio all’interno del proprio tronco nel corso di un anno; se si riescono ad attribuire caratteristiche ben precise ad alcuni cerchi, rifacendosi a eventi noti con certezza che ne hanno modellato le caratteristiche specifiche, si può ottenere una sorta di calendario assai preciso.
Il carbonio-12 costituisce il 98-99% di tutto il carbonio presente sulla Terra e la parte restante è quasi interamente rappresentata dal carbonio-13. Ma per quanto percentualmente davvero bassa, la presenza di carbonio-14 è preziosa per i ricercatori: generato in alta atmosfera dall’interazione con particelle di origine cosmica, si ritiene l’afflusso sia sostanzialmente stabile nel corso del tempo, salvo il verificarsi di particolari eventi ad alta energia.
Nel 2012 la fisica giapponese Fusa Miyake rilevò la presenza di un picco di carbonio-14 negli anelli di un tronco datato fra il 774 e il 775. Un brillamento solare ne aveva causato un anomalo incremento nella produzione e le particelle di questo isotopo finirono catturate negli alberi in vita in quel momento e fino all’anno successivo. Tra i resti preservati dalla dottoressa Wallace vi è anche un troncone probabilmente asportato dal sito durante la fase di pulitura per edificare l’insediamento.
Vinland è probabilmente il nome norreno dell’odierna Terranova
È stato possibile porre lo sviluppo di uno degli anelli interni al 993, l’anno successivo il brillamento solare già noto del 992; contando da quel punto fino alla corteccia si giunge a 28 anni dopo, il 1021. Incidentalmente, 1000 anni fa esatti. È il momento in cui il tronco venne tagliato e lo studio dimostra ciò sia avvenuto grazie a uno strumento metallico, sconosciuto ai nativi. Sappiamo quindi che i vichinghi occupavano quel sito nell’anno 1021.
A L’Anse aux Meadows sono presenti prove della presenza anche dei nativi americani: punte di freccia o tracce di falò in buche scavate nel terreno, in momenti diversi rispetto all’insediamento vichingo. I racconti delle tradizioni letterarie tramandate nei secoli dai popoli nordici (come quelle relative a Leif Erikson) trovano sempre più conferme nelle ricerche scientifiche, ma molti aspetti restano ancora da chiarire.
Si narra di contatti con i popoli nativi, sia pacifici che, più frequentemente, bellicosi ma non sappiamo se fu questo a determinare l’abbandono di Vinland, descritta dai navigatori vichinghi come una terra più verde della loro stessa patria, o se fosse fin dall’inizio considerata come una presenza temporanea al fine di fare scorta dell’ottimo legname disponibile nella regione.
Si ritiene i vichinghi si fossero spinti anche a sud della verdeggiante Groenlandia fino almeno al Nuovo Brunswick, oggi in Canada al confine con gli Stati Uniti, dove nel 2018 fu annunciato il ritrovamento di resti di un insediamento a loro attribuito.
La ricerca continua, come anche lo sfruttamento della stessa tecnica di datazione in altre parti del mondo laddove sia sovrapponibile a specifici eventi come gli intensi brillamenti solari verificatisi un numero limitato di volte nel corso delle ultime migliaia di anni.
Per approfondimenti: “Evidence for European presence in the Americas in AD 1021” di Margot Kuitems, Birgitta L. Wallace, Charles Lindsay, Andrea Scifo, Petra Doeve, Kevin Jenkins, Susanne Lindauer, Pınar Erdil, Paul M. Ledger, Véronique Forbes, Caroline Vermeeren, Ronny Friedrich e Michael W. Dee, Nature, 20 ottobre 2021.