Allegoria sacra di Giovanni Bellini – Parte II

Nonostante le varie ipotesi formulate dagli storici dell’arte, il vero significato dell’Allegoria sacra di Giovanni Bellini non è ancora stato svelato del tutto. Ciò che è certo è che quest’opera, proprio per le sue caratteristiche e per i suoi numerosi significati nascosti, era destinata ad un ambiente raffinato e molto colto, che potesse comprenderne la sottigliezza dei particolari rappresentati.

Un’interessante interpretazione dell’opera è quella che ci offre Gustav Ludwig nei primi anni del Novecento, che vede nel dipinto un percorso ideale di purificazione e santificazione dell’anima umana, con un riferimento diretto al poemetto allegorico scritto intorno al 1350 dal monaco francese Guillaume de Deguileville, intitolato Le pèlerinage de l’âme (ovvero “Il pellegrinaggio dell’anima”).

L’interpretazione di Ludwig e il Pellegrinaggio dell’anima

Secondo questa interpretazione, dunque, il dipinto di Giovanni Bellini rappresenterebbe un’allegoria del viaggio dell’anima in un percorso di purificazione che passa attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. La terrazza rappresenterebbe il Giardino dell’Eden, in cui sostano le anime del Purgatorio (qui rappresentate dai fanciulli) in attesa di essere ammesse in Paradiso. Tra queste, l’anima protagonista del viaggio è rappresentata dal bambino vestito seduto sul cuscino che attende il suo giudizio rivolto verso Maria.

Alla Madonna seduta sul trono, infatti, è affidato il delicato compito di giudicare i progressi delle anime. In suo aiuto vi è l’allegoria della Giustizia, qui rappresentata dalla donna con la corona sul capo che si trova a fianco della Vergine. Degno di nota, tra i fanciulli che giocano con i pomi mistici, è il bambino nudo aggrappato all’albero, che secondo Ludwig rappresenterebbe un’anima destinata all’eterna beatitudine.

Dettaglio dell’opera.

I due santi raffigurati sulla destra, secondo il critico d’arte, sarebbero i santi Bartolomeo e Dioniso, forse legati in qualche modo ai committenti dell’opera, che in questo caso sarebbero gli intercessori delle anime o i loro patrocinatori. I due uomini appoggiati alla balaustra sarebbero i santi Pietro e Paolo, che sorvegliano il cancello d’ingresso al Paradiso, mentre il corso d’acqua sarebbe il fiume Lete che circonda il Giardino dell’Eden.

Il paesaggio che si vede all’esterno del recinto richiamerebbe l’intero viaggio percorso dall’anima, durante il quale si incontrano le virtù dell’eremita che si rendono necessarie per giungere in Paradiso. In questo caso, il mulo rappresenta la pazienza, la pecora l’umiltà e la capra l’astinenza. Il centauro, invece, rappresenta il vizio tentatore, da cui l’anima deve rifuggire durante il suo percorso verso la salvezza.

Altre interpretazioni

Altre valide interpretazioni propongono una lettura più generica dell’Allegoria sacra, come quella di Rasmo, che vede nel dipinto del Bellini una semplice rappresentazione della “Sacra Conversazione” ruotata di 90 gradi.

Un’altra lettura dell’opera molto interessante è quella di Robertson, che vede nel Gesù Bambino (il fanciullo seduto sul cuscino) un riferimento alla meditazione sul mistero dell’Incarnazione o della Redenzione.

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