Il Cristo Velato: quando il talento suscita dubbi
UNO SCRIGNO DI MISTERI
Situato nel cuore del centro storico, il Museo Cappella Sansevero della città di Napoli rappresenta uno dei luoghi più affascinanti della capitale campana. Pur non essendo facilmente individuabile, in quanto celato tra i vicoli, questa chiesa, attualmente sconsacrata, custodisce una ricca collezione di preziosi tesori, avvolti in un’aura di leggenda.
All’ingresso del Museo, l’attenzione dei visitatori viene immediatamente catturata dall’opera che giace nel centro della navata: il celebre Cristo velato. Si tratta di un blocco scolpito in pregiato marmo, elogiato da molti come “una scultura ancora più affascinante dei capolavori di Michelangelo”.
Permettetemi di illustrarvi in modo conciso i particolari che rendono questa scultura così unica.
I PARTICOLARI DEL CRISTO VELATO
Realizzata nel 1753 dal giovane scultore napoletano Giuseppe Sanmartino, ad un occhio esperto questa statua non è la più complicata tra quelle racchiuse nella cappella, ma ciò che più di ogni altra cosa la distingue, rendendola addirittura oggetto di incredulità, è il velo di pietra che aderisce al corpo di Cristo, così sottile da renderne visibili i più piccoli particolari:
- il viso rilassato
- le ginocchia piegate dal dolore
- i muscoli non completamente distesi ma ancora contratti
- la vena sulla tempia che sembra ancora pulsare
Con il sudario che ricopre il corpo l’artista non cela le ferite e il dolore ma, anzi, lenfatizza con una rappresentazione dettagliata del corpo affaticato e dei segni fisici visibili sul viso., caricando l’opera di drammaticità.
LE LEGGENDE
La trasparenza del sudario, unita alla fama di alchimista e inventore del committente, Raimondo di Sangrio, ha alimentato nel corso dei secoli la credenza che quel velo non fosse realmente scolpito nella pietra ma fosse stato il risultato di un processo alchemico di marmorizzazione.
Sebbene le documentazioni e le analisi sull’opera non suscitino dubbi sul fatto che provenga dallo stesso blocco di marmo, questa leggenda continua ad esistere. La quasi trasparenza del sudario ancora oggi stimola la fantasia e suscita la meraviglia dei visitatori, contribuendo ad aumentare la fama di questo capolavoro,