Torridon è una piccola cittadina nel nord-ovest della Scozia, nelle Highlands, ma il nome si riferisce anche anche alla valle, alle montagne e al lago (Loch Torridon). Ed è anche la denominazione di un gruppo geologico nel quale è stata effettuata una scoperta eccezionale: quello che potrebbe essere il primo organismo pluricellulare conosciuto.
Il fossile dell’organismo battezzato Bicellum Brasieri presenta dimensioni di appena 30 micron e una forma sferoidale; in particolare, si tratta dell’unione di due tipologie di cellule: a loro volta sferiche quelle al centro, circondate da una sorta di strato esterno di cellule di forma più allungata.
Dagli olozoi unicellulari agli organismi complessi: l’evoluzione animale
Il fossile risale a ben un miliardo di anni fa ma lo stato di conservazione è eccezionale, tanto che è stato possibile eseguire un esame approfondito a livello subcellulare. In precedenza erano stati scoperti microorganismi pluricellulari risalenti all’incirca alla stessa epoca, ma si trattava di funghi o alghe.
In questo caso invece la morfologia indica trattarsi di un organismo appartenente al gruppo Holozoa e implica la possibilità i ricercatori si trovino di fronte a un fondamentale passo evoluzionistico, la transizione degli organismi animali da unicellulari verso forme più complesse.
Sarebbe la conferma di quanto finora solo speculato dai biologi, ovvero l’incorporamento e la riconversione verso altre funzioni dei geni che si erano in precedenza sviluppati ed evoluti all’interno di organismi unicellulari. L’evoluzione di questo primo esempio di adesione fra cellule al fine di dar luogo a scambi chimici e diversificazione cellulare sarebbe poi divenuta parte integrante del genoma degli animali, mezzo miliardo di anni più tardi.
Ambiente marino salate o acque lacustri dolci?
Il ritrovamento può rivelarsi determinante anche nel dibattito riguardo l’ambiente in cui si sarebbe sviluppata la vita: si trattava di acqua salata o piuttosto di acqua dolce? Nel 2019 furono scoperte quelle che sono a tutt’oggi ritenute le più antiche tracce di materiale biologico microbico, risalenti a 3,5 miliardi di anni fa in quello che doveva essere un ambiente costituito da rocce impregnate d’acqua, come doveva apparire sostanzialmente l’intero pianeta all’epoca.
Il nuovo fossile indica che l’evoluzione delle forme di vita animali, nate un miliardo di anni fa, avrebbero visto il preludio all’interno di acque lacustri piuttosto che negli oceani. I paleobiologi sperano ora di poter effettuare ulteriori ritrovamento all’interno della stessa Formazione Diabaig (presso il Loch Torridonian) in cui è stato rinvenuto il Bicellus che possano gettare ulteriore luce sul cammino della vita sulla Terra.
La ricerca “A possible billion-year-old holozoan with differentiated multicellularity”, di
Paul K. Strother, Martin D. Brasier, David Wacey, Leslie Timpe, Martin Saunders e
Charles H. Wellman e stata pubblicata il 13 aprile 2021 sulla rivista Current Biology.