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Scrittura e cinema: il viaggio dell’eroe sullo schermo

Nuovo appuntamento con la nostra rubrica dedicata a cinema e scrittura creativa. Oggi parliamo di una delle strutture più celebri nella scrittura di sceneggiature: Il viaggio dell’eroe. Se siete appassionati dell’argomento, di certo ne avrete già sentito parlare. Ma di cosa si tratta esattamente, e come viene applicato al mondo cinematografico? Lo scopriamo insieme in questo nuovo approfondimento.

Campell, Vogler e Il viaggio dell’eroe

“Dobbiamo essere disposti a sbarazzarci della vita che abbiamo pianificato, per avere la vita che abbiamo sempre sognato.”

È così che Joseph Campbell introduce il mito dell’eroe nel suo L’eroe dai mille volti, definendolo uno degli archetipi più antichi della storia dell’umanità. L’uomo si è sempre raccontato attraverso le storie. Fin dalla preistoria, quando ai racconti attorno al fuoco venivano affidati gli insegnamenti utili alla vita nel villaggio e fuori da esso.

Il mito dell’eroe è forse la storia più antica e pregnante dell’umanità. È un racconto di viaggio, scoperta di sé e crescita. Rappresenta la vita dell’uomo in fasi, ognuna assimilabile a una tappa di una lunga avventura. Un modo di raccontare storie che è dunque anche metafora e insegnamento. È stato Christopher Vogler, sceneggiatore statunitense di Hollywood, a ipotizzare che Il mito dell’eroe potesse diventare uno strumento utile nella scrittura.

Il viaggio dell’eroe non è che l’applicazione narrativa (o cinematografica) del mito dell’eroe. Una struttura a fasi che ritroviamo in moltissime opere letterarie e in moltissime pellicole. E che risuona in noi perché in qualche modo è parte di noi, l’abbiamo interiorizzata fin da quando eravamo piccoli e ascoltavamo le storie della buona notte.

Ma come funziona e in quali pellicole la ritroviamo?

Il viaggio dell’eroe nel cinema

Come dicevamo, Il viaggio dell’eroe è diviso in fasi. Che in scrittura prendono il nome di atti. Sono tre, divisi al loro volta in sotto fasi. Facendo un parallelo con L’eroe dai mille volti di Campell, le tre fasi teorizzate da Vogler sono: Partenza, Iniziazione e Ritorno. Prendiamo un esempio del cinema per capire meglio. Uno dei più classici è Star Wars, la prima trilogia.

Lungo il corso dei tre film assistiamo alla Partenza (Luke lascia Tatooine insieme a Obi-Wan), all’Iniziazione (le prove che deve affrontare per diventare uno Jedi) e infine al Ritorno (la fine della guerra e la conclusione della saga). Ognuna di queste fasi ha tutti gli elementi tipici dell’archetipo. Ad esempio la Chiamata all’avventura (l’arrivo dei droidi sul pianeta), l’Incontro con il Mentore (Obi-Wan), le Prove, gli Alleati, i Nemici e così via.

Con una struttura detta a Diagramma circolare, la storia di Star Wars segue fedelmente Il mito dell’eroe. E non è la sola. Basti pensare a pellicole note e amate come Il signore degli anelli (anche qui troviamo le fasi, le varie figure come il Mentore e gli Alleati, le Prove etc), Pretty Woman, Il mago di Oz, Hunger Games, Balla coi lupi, Titanic e così via. Il numero di film che seguono questo archetipo è ampissimo e spazia tra tanti generi diversi.

La parte più bella? Osservare le varie pellicole e rintracciare gli elementi tipici dell’archetipo. Se lo fate, lasciateci le vostre scoperte nei commenti!

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