5 Novembre 2024
Le due componenti del test

In questa ricostruzione artistica, il servicer rilascia il client: esso verrà poi recuperato secondo tre modalità diverse e via via più complesse (Credit: Astroscale)

Migliaia di parti di veicoli spaziali di notevoli dimensioni e mezzo milione di veri e propri proiettili grandi fino a dieci centimetri: l'orbita terrestre necessita di essere ripulita, anche per la sicurezza degli astronauti.

La spazzatura spaziale è un problema serio e in costante crescita: se il lancio dello Sputnik nel 1957 rappresentava un formidabile passo in avanti dal punto di vista tecnologico e scientifico, oggi l’orbita terrestre è affollata di satelliti dalle più svariate finalità.

Sono almeno 500.000 i frammenti fra 1 e 10 cm in orbita intorno alla Terra

Una volta terminata la vita utile di norma un satellite artificiale dovrebbe essere fatto rientrare e l’attrito con l’atmosfera lo ridurrebbe in polvere, senza rischi per le persone. Tuttavia fra incidenti, malfunzionamenti e dispositivi antiquati, oggi il materiale che dobbiamo considerare spazzatura è composto da decine di migliaia di oggetti o frammenti, con problemi anche di sicurezza per le missioni spaziali (anche una piccola scheggia diventa un proiettile, viaggiando a sette chilometri al secondo).

La società giapponese Astroscale sta testando il suo sistema di recupero: la missione End-of-Life Services by Astroscale-demonstration (ELSA-d), della durata di sei mesi, comprende un satellite di 175 kg, denominato servicer, e un piccolo client da 17 kg che fungerà da spazzatura da recuperare.

Il satellite era parte del carico partito a marzo a bordo di un lanciatore Soyuz

Il test intende dimostrare la capacità del servicer di recuperare il client secondo tre modalità differenti:

  1. Rilasciare dolcemente il client e recuperarlo in modo rapido.
  2. Recuperare il client mentre si muove in orbita alla velocità di oltre 28.000 chilometri orari.
  3. E infine la simulazione di una vera e propria missione di recupero durante la quale il client dovrà cercare, localizzare con precisione e catturare il client.

Se il test avrà successo, il dispositivo magnetico usato per la cattura insieme al rilevatore GPS potrà essere incorporato nei futuri satelliti in modo da renderne agevole il recupero, contribuendo ad aprire la strada a un futuro di sviluppo di missioni nello spazio più sicure e sostenibili in quello, la pulizia dello spazio, che è diventato a sua volta un settore commerciale ricco di opportunità.

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