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Perché proviamo piacere quando ascoltiamo la musica?

Anche nei momenti più bui della nostra vita, la canzone giusta può alleviare il dolore e confortarci. Il potere della musica, per quanto suggestivo, non è però magico. Deriva direttamente dall’interazione tra le aree uditive del nostro cervello e il cosiddetto sistema della ricompensa.

Nonostante non siano presenti evidenti benefici biologici (come nel caso del cibo o del sesso), infatti, gli esseri umani adorano ascoltare musica in gruppo o da soli.

In un nuovo studio pubblicato su Journal of Neuroscience, il ricercatore Mas-Herrero ha provato ad indagare il ruolo causale di questo circuito della ricompensa, utilizzando la stimolazione cerebrale non invasiva.

Esplorando il funzionamento del nostro sistema nervoso centrale attraverso studi di neuroimaging, è stato quindi possibile evidenziare diverse somiglianze tra il modo in cui i circuiti del cervello elaborano la musica ed il processamento di altre ricompense come cibo e denaro.

La manipolazione del circuito della ricompensa

Nell’esperimento, un gruppo di fan della musica pop ascoltava una serie di canzoni di quel genere mentre un team di ricerca ne misurava l’attività cerebrale attraverso l’utilizzo di una risonanza magnetica funzionale (fMRI).

Prima di procedere con la scansione, però, il circuito della ricompensa veniva alterato (inibendolo oppure eccitandolo) attraverso un altro strumento chiamato stimolazione magnetica transcranica (TMS).

La stimolazione eccitatoria del circuito di ricompensa prima di ascoltare la musica aumentava il piacere che i partecipanti provavano mentre sentivano le canzoni; l’inibizione, invece, diminuiva il piacere.

Da un punto di vista neurobiologico, i cambiamenti osservati erano correlati a quelli nell’attività nel nucleus accumbens (Nacc), una regione sottocorticale fondamentale per il piacere percepito ed elemento chiave del circuito della ricompensa. Inoltre, il piacere provato dai partecipanti era correlato all’attività sincronizzata tra le regioni uditive nella corteccia temporale e quelle della ricompensa.

Le indicazioni dello studio

Questi risultati mostrano come le interazioni tra le regioni uditive e quelle della ricompensa collaborino nel determinare il piacere che proviamo quando ascoltiamo la musica.

Precedenti evidenze avevano già mostrato che il piacere indotto dalla musica coinvolge circuiti cortico-striatali (che coinvolgono aree corticali e sottocorticali) legati all’anticipazione e alla “consumazione” delle ricompense.

Dal punto di vista comportamentale, anche lo studio in questione mostra come l’eccitazione dei percorsi fronto-striatali possa migliorare il piacere soggettivo e la motivazione scaturita dall’ascolto della musica che ci piace, mentre la loro inibizione determina l’effetto contrario.

Un’interazione fondamentale per sperimentare quelle emozioni che ci accompagnano per tutto l’arco della vita, legate a doppio filo con un genere, o alcune volte con una canzone particolarmente gradita.

Questi risultati indicano che il coinvolgimento delle vie cortico-striatali e del NAcc, in particolare, è indispensabile per provare sensazioni gratificanti dalla musica. Non a caso, sin dalla sua invenzione la musica è stata in grado di unire popoli e stimolarne la creatività, favorendo i processi di civilizzazione e contribuendo in maniera sostanziale al benessere personale dei singoli individui.

Fonti:

“Unraveling the Temporal Dynamics of Reward Signals in Music-Induced Pleasure with TMS” by Ernest Mas-Herrero, Alain Dagher, Marcel Farrés-Franch and Robert J. Zatorre. Journal of Neuroscience

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