15 Ottobre 2024
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Arrivare a comprendere le dinamiche cerebrali e fisiologiche che portano a decidere tra diverse opzioni figura come uno degli obiettivi di studio più importanti nell’ambito delle neuroscienze.

Se si parla di decision making, una delle teorie più importanti da prendere in considerazione è quella del marcatore somatico di Antonio Damasio, mirata a comprendere la relazione tra mente e corpo nelle decisioni economiche che caratterizzano la quotidianità dell’essere umano.

Le decisioni economiche possono essere considerate quelle riguardanti la scelta di un’opzione tra diverse alternative basata su preferenze soggettive. Solitamente si fa riferimento a tre specifiche abilità:

  1. Costruire una rappresentazione delle diverse alternative a disposizione;
  2. Attribuire un valore alle alternative;
  3. Confrontare e scegliere l’opzione con il valore soggettivo più alto

La ricompensa attesa, derivata proprio dal valore attribuito alla scelta, viene quindi costruita sulla base delle esperienze precedenti legate allo stimolo.

Damasio: l’Iowa Gambling Task e il marcatore somatico

L’esperimento progettato da Damasio prevedeva che alcuni soggetti venissero sottoposti ad un test denominato Iowa Gabling Task.

I partecipanti potevano scegliere di scommettere su quattro diversi mazzi di carte: due presentavano possibili vincite superiori, ma in caso di sconfitta la perdita era ingente; gli altri due portavano a vincite moderate, mentre il prezzo da scontare per la sconfitta si presentava più basso.

I soggetti, ovviamente ignari delle caratteristiche dei mazzi, inizialmente sceglievano casualmente su quale dei due scommettere. Col tempo, però, imparavano a puntare su quelli meno rischiosi, i quali portavano ad aumentare il proprio capitale.

Dal punto di vista fisiologico, i partecipanti sembravano essere “guidati” dalla loro risposta galvanica (la sudorazione della pelle). Questa risposta, infatti, si presentava maggiore per i mazzi svantaggiosi, e inferiore per quelli vantaggiosi.

La maggiore attivazione fisiologica che portava ad una sudorazione superiore, inoltre, si presentava al momento della scelta, anticipandola e guidandola. In pratica, i soggetti evitavano i mazzi troppo rischiosi (per il quale il gioco non valeva la candela) anche grazie al fatto che il loro stesso corpo segnalava una situazione di “pericolo”.

L’ipotesi del marcatore somatico attribuisce a questo genere di risposte la capacità di forzare l’attenzione sulle conseguenze negative alle quali può portare una certa azione: un segnale d’allarme automatico che restringe la gamma di scelte effettuabili.

Il ruolo della corteccia cerebrale nella presa di decisioni

L’altro aspetto intrigante della faccenda, inoltre, emerse nel momento in cui lo stesso esperimento venne effettuato su soggetti con lesione della corteccia orbitofrontale (OFC).

Questa particolare area del cervello, situata in una posizione frontomediale (potremmo dire dietro ai nostri occhi), gioca un ruolo fondamentale nel guidare le nostre scelte, regolare le emozioni e gestire i segnali di rinforzo e di punizione, rappresentando l’utilità della ricompensa attesa e permettendo l’utilizzo di questo valore per scegliere tra diverse opzioni.

I partecipanti con lesione della OFC non presentavano una risposta somatica (l’aumento della sudorazione) che permettesse loro di capire che due dei quattro mazzi rappresentavano una scelta sbagliata, e continuavano a scegliere casualmente andando incontro a maggiori perdite.

Diverse evidenze in letteratura mostrano come danni alla OFC portano a rappresentazioni prive della loro valenza affettiva. Potremmo parlare, a tal proposito, di analisi distaccate non supportate da reazioni di tipo emotivo.

L’esperimento di Damasio, così come le sue teorie ben spiegate nel libro “L’errore di Cartesio”, lasciano intendere come le nostre esperienze e le emozioni a loro legate, così come i conseguenti effetti fisici sul nostro corpo, ci aiutino a prendere la decisione giusta anche senza avere piena consapevolezza del contesto, dando una spiegazione scientifica anche a ciò che banalmente chiamiamo intuito.

di Daniele Sasso

fonti:

  • Antonio R. Damasio, L’errore di Cartesio, Adelphi edizioni, Milano 1995
  • Bechara, A., Damasio, H., Damasio, A. R., & Lee, G. P. (1999). Different contributions of the human amygdala and ventromedial prefrontal cortex to decision-making. Journal of Neuroscience, 19, 5473–5481.

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