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Martin Eden: il fascino del classico nella bellissima Napoli

Luca Marinelli è un Martin Eden italiano nel film del 2019 di Pietro Marcello. L’adattamento cinematografico del romanzo di Jack London è stato presentato alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ed è valso a Marinelli la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Un riconoscimento più che meritato per un ruolo destinato a rimanere impresso nella nostra memoria a lungo.

Trama

Martin Eden è un marinaio napoletano amante dell’avventura e della bellezza che solo la vita da viaggiatore possono regalargli. Almeno finché non conosce Elena Orsini (Jessica Cressy), una giovane di buona famiglia della quale si innamora perdutamente. È lei a ispirargli la voglia di cambiare. Di istruirsi, di arricchirsi grazie alla cultura e di diventare qualcosa di più di quello che è sempre stato.

Per Eden inizia così un nuovo viaggio, tra le pagine di romanzi e saggi filosofici, che lo porta a immaginare per sé un nuovo destino: quello di scrittore. Istruito ed elevato, Eden spera così di poter ottenere quello che desidera: Elena e il riconoscimento della sua cerchia. Ma l’amicizia con un socialista e poi il successo tanto bramato gli rivelano un’amara verità: non sempre cambiare se stessi in cerca di amore e di rispetto costituiscono la strada verso la felicità.

Martin Eden

L’anima italiana di Martin Eden

Il Martin Eden di Pietro Marcello è un adattamento dallo spirito unico e caratteristico. La trasposizione del romanzo operata da Marcello e da Maurizio Braucci riprende i temi del romanzo dando loro vita nuova, questa volta tutta italiana. In una Napoli sospesa nel tempo, in bilico tra il primo Novecento e gli anni ’70 e sconquassata dalle proteste socialiste, la storia di Eden è la storia di tutti colori che aspirano ad esser altro da quello che sono sempre stati, ma per i motivi sbagliati.

Eden è un gran lavoratore, ha successo con le donne ed è amato e rispettato dalla sua cerchia. Ma brama di più, ed Elena Orsini rappresenta tutto quello che il suo livello sociale gli proibisce: un’educazione completa, il riconoscimento di coloro che contano, la possibilità di dimostrare al mondo quanto vale in realtà. Il suo sogno di diventare scrittore nasce da questa brama ed è sempre lei a consumarlo voracemente quando arriva finalmente il successo.

La caduta di Eden è infine violenta, dolorosa, devastante come nel romanzo di London. E come accade tra le pagine, è condita da una forte critica al capitalismo e all’individualismo insano che spinge l’essere umano a ritenersi “diverso”, infelicemente predestinato a qualcosa di irraggiungibile.

Spettacolare la fotografia di Alessandro Abate, che riporta in vita una Napoli sporca eppure incredibilmente seducente. Ottime anche le scelte di regia operate da Pietro Marcello per restituire intatto tutto il fascino del Martin Eden originale. Su tutto, però, brilla ovviamente Luca Marinelli, il cui carisma magnetizza lo schermo fino al triste e inevitabile finale.

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