7 Novembre 2024
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Al Museo Segantini di St. Moritz, in Svizzera, è stata inaugurata venerdì 18 giugno la mostra “Giovanni Segantini Maestro del Ritratto”, che per la prima volta indaga questo aspetto della sua opera in modo approfondito. L’esposizione sarà visitabile fino al 20 ottobre 2021, con visite guidate domenicali disponibili su richiesta anche in italiano.

Si tratta di una mostra che prende in esame proprio il ritratto, ritenuto da Segantini il genere artistico e pittorico più alto, il più nobile, poiché rappresenta uno studio del sembiante umano.  L’artista, vissuto dalla metà dell’800 alla fine dello stesso secolo, divenne famoso già in vita come pittore di paesaggi, e ancor di più come vero e proprio innovatore della pittura alpina.

Percorso della mostra

Curata da Annie-Paule Quinsac, autrice del catalogo ragionato di Segantini, e dalla direttrice del museo engadinese Mirella Carbone, il percorso della mostra permette ai visitatori di ammirare ritratti e autoritratti provenienti da collezioni pubbliche e private di valore internazionale.

I 16 dipinti e le 6 opere grafiche esposte abbracciano tutta la carriera del pittore, dagli inizi a Milano fino alla morte prematura in Alta Engadina, avvenuta nel 1899. L’itinerario consente di seguire l’evoluzione artistica di Segantini, dal realismo dell’età giovanile ai ritratti della maturità, che esprimono idee e sentimenti.

Fra le mostre del periodo realista troviamo opere intime come il ritratto dedicato a Leopoldina Grubicy, sorella del mercante d’arte e amico del pittore Vittore Grubicy de Dragon. Di lei l’artista coglie l’eleganza aristocratica, ma soprattutto la tristezza del suo sguardo.

Dell’amico Vittore è invece presente un ritratto monumentale in cui è raffigurato mentre conversa con l’artista. Intorno a lui ci sono delle tele coperte. Quest’opera è considerata una delle opere più potenti della mostra, perché allo sguardo più attento la figura del mercante d’arte rivela dettagli psicologici profondi.

Altro capolavoro in mostra è il ritratto della compagna Bice Bugatti al risveglio, denominato Petalo di rosa, quadro del 1890, in cui sperimenta l’uso di polvere e foglia d’oro. Rientra nei ritratti intimi anche quello del figlio Gottardo addormentato, raffigurato dopo un intervento chirurgico.

Gli autoritratti di Segantini

Particolare attenzione è stata dedicata nella mostra agli autoritratti di Giovanni Segantini. Le curatrici dell’esposizione spiegano che attraverso essi si manifesta in maniera inequivocabile la transizione dallo specchio al simbolo. Diversi sono gli autoritratti dell’artista, ma quello più particolare è l’Autoritratto di Giovanni Segantini realizzato nel 1893 a Savognino.

In questo dipinto l’autore si raffigura come un profeta e ricorda un Cristo bizantino. La visione dell’autore che si ritrae con lo sguardo ieratico e la barba lunga è imponente e troneggia sulle montagne che si scorgono sullo sfondo dell’Autoritratto. Le montagne sono quelle di Maloja, in Engadina. Nel quadro è assente il colore e la sacralità del ritratto viene sottolineata da tocchi d’oro e gesso bianco.

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