L'abbraccio di Egon Schiele

L’abbraccio di Egon Schiele, tra felicità e tormento

L’abbraccio è una delle opere più note di Egon Schiele e mette in evidenza quel tratto forte ed energico che caratterizza la pittura dell’artista austriaco, mostrando il suo grande interesse per il corpo umano e per la sessualità raffigurati con estrema naturalezza. Nonostante la sua breve vita (morì a soli 28 anni), Egon Schiele ebbe una produzione artistica molto vasta che gli consentì di collocarsi fra i massimi esponenti dell’Espressionismo, in particolare fra gli artisti che presero parte al movimento di Secessione viennese nato nei primi anni del XX secolo.

Descrizione e analisi dell’opera

L’abbraccio viene realizzato da Egon Schiele nel 1917, in seguito alle sue nozze con la modella Edith Harms (celebrate nel 1915), che corrisponde ad un periodo in cui lo stile dell’artista si trasforma e diventa meno tormentato rispetto alle linee nervose e spigolose che caratterizzavano la pittura degli anni precedenti, segno che il matrimonio rappresenta per lui una fase di serenità e di felicità.

L'abbraccio di Egon Schiele
Egon Schiele, L’abbraccio, 1917, Österreichische Galerie Palazzo Belvedere, Vienna.

Protagonista del dipinto è una giovane coppia che si stringe in un forte abbraccio, raffigurata al di sopra di un lenzuolo bianco sgualcito, dove una grande coperta di colore giallo fa da sfondo all’intera composizione. La donna, vista di fronte, ha dei lunghi capelli che scendono scomposti sul cuscino ed il suo viso è rivolto verso il basso, mentre con un braccio avvolto intorno al collo dell’uomo e l’altro poggiato sulla sua guancia stringe dolcemente il suo amante, in una posizione che ricorda vagamente il celebre Bacio di Gustav Klimt. L’uomo raffigurato di spalle rappresenta lo stesso artista, che, a differenza degli altri suoi numerosi autoritratti in cui mostra un corpo scheletrico e deforme, in questo caso ha un corpo meno raggrinzito e dalla muscolatura più definita.  

La dimensione introspettiva della pittura di Schiele

Entrambi i volti degli amanti non sono visibili, ma nonostante ciò è possibile addentrarsi nella dimensione psicologica dei due personaggi raffigurati: nell’abbraccio di Schiele è possibile entrare nella sfera più intima della giovane coppia, percependo il loro stato d’animo che corrisponde ad un misto fra passione e malinconia, fra la felicità di stare assieme in quel preciso momento e la paura di perdersi subito dopo. Un anno dopo la realizzazione del dipinto, nel 1918, Schiele perderà la moglie incinta di sei mesi a causa dell’influenza Spagnola, mentre l’artista morirà soltanto tre mesi dopo.

Diversamente da quanto affermato dalla critica degli anni in cui visse Schiele, che accusò le sue opere di pornografia, nei corpi nudi dipinti dall’artista austriaco non c’è in realtà nulla di scandaloso, ma viene rappresentata la profonda umanità dei personaggi raffigurando la scena più intima dell’amore mostrato così com’è, in tutta la sua semplicità e naturalezza.

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