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Il Bacio di Rodin: storia di un amore proibito

Il Bacio (Le Baiser) di Auguste Rodin rappresenta una delle immagini d’amore più note nella storia dell’arte. Il soggetto rappresentato si ispira alla celebre vicenda di Paolo e Francesca, raccontata da Dante nel canto V dell’Inferno. I due cognati si innamorano perdutamente durante la lettura di Lancillotto e Ginevra, ma quando viene scoperta la loro storia d’amore, sono uccisi dal marito di lei, fratello di Paolo.

Paolo e Francesca nella Divina Commedia di Dante

Nella Commedia dantesca, Paolo Malatesta e Francesca da Rimini sono colpevoli di un amore proibito che ne causa la morte e la pena di dannazione. È per questo motivo che le loro anime sono condannate a vagare in eterno nel cerchio infernale dei lussuriosi.

Durante la sua discesa all’Inferno, Dante viene fortemente attratto dalle due anime di Paolo e Francesca che, nonostante la forte tempesta di vento a cui sono condannate, restano saldamente abbracciate l’una all’altra. Il loro amore è di tale intensità che resiste anche dopo la morte.

È proprio Francesca, mentre narra al poeta di come era nato il suo amore per Paolo, a recitare il celebre passo:

«Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.»

Un po’ di storia sull’opera di Rodin

Il gruppo scultoreo del Bacio, di cui la prima versione è datata al 1882 circa, fu inizialmente concepito da Auguste Rodin per adornare la Porta dell’Inferno, suo capolavoro incompiuto ispirato alla Divina Commedia. Il primo abbozzo dell’opera era una voluta sul battente sinistro della Porta, poi sostituita nel 1887 da un’altra versione.

Lo scultore francese, data la tematica passionale che riteneva incompatibile con la drammaticità della Porta, decise di fare del gruppo scultoreo un’opera a sé stante in gesso. Nel 1888 lo Stato francese commissionò a Rodin una versione del “Bacio” in marmo, di dimensioni maggiori, per l’Esposizione universale di Parigi del 1889.

Dell’opera esistono altre due versioni autografe in marmo, un’altra versione marmorea postuma ed altre riproduzioni in bronzo. La versione più conosciuta è quella in marmo conservata al Musée Rodin di Parigi, che segue lo stile michelangiolesco del “non finito”.

Descrizione e analisi

Auguste Rodin, Il Bacio, 1888-1889, Musée Rodin, Parigi.

Rodin raffigura la coppia nel momento che precede il bacio. I due amanti sono nudi e seduti su una roccia: il corpo atletico di Paolo, più rigido, è come un perno attorno al quale si avvolge il corpo morbido e delicato di Francesca.

La lavorazione del marmo è più levigata nei due corpi, che appaiono carichi di luce e sono in netto contrasto con la roccia sulla quale sono seduti, meno rifinita ed in ombra. I due volti, resi dall’artista volutamente nascosti, sembrano quasi fondersi l’uno nell’altro, in maniera tale che ogni innamorato possa riconoscersi nella coppia di amanti.

Un’opera che fece scandalo

A causa della sua forte carica erotica, il Bacio di Rodin fece molto scalpore nella Francia di fine ‘800, che ritenne eccessiva la scena rappresentata. Stessa cosa accadde anche durante l’esposizione a Chicago nel 1893 e poi a Londra, nel 1914, dove l’opera fece così tanto discutere che si finì per coprirla con un telo e nasconderla dentro un capannone.

Oggi il Bacio di Rodin è celebre in tutto il mondo per il suo forte impatto visivo e per la sua capacità di unire profondamente due corpi senza nessuna esibizione fine a se stessa.

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