Elezioni presidenziali americane: perché il presidente neoeletto deve aspettare due mesi prima di poter cominciare?
Ti sei mai chiesto perché, dopo le elezioni presidenziali americane, il presidente neoeletto deve aspettare due mesi prima di potersi insediare alla Casa Bianca? Ecco i motivi nascosti dietro l’Inauguration Day.
Più di due mesi dopo essere stato eletto 46esimo presidente degli Stati Uniti, Joseph “Joe” Biden presterà ufficialmente giuramento mercoledì 20 gennaio 2021.
Però, però, se la votazione avviene a novembre, perché deve trascorrere così tanto tempo tra l’elezione e la cerimonia di inaugurazione.
Anche se dieci settimane potrebbero sembrarti una lunga attesa, i precedenti presidenti americani hanno dovuto fare i conti anche con ritardi più lunghi prima di potersi insediare alla Casa Bianca, e a rivelarlo sono alcuni documenti storici.
Quanta attesa per la Casa Bianca! Ecco cosa capitava prima che entrasse in vigore il 20esimo Emendamento…
La 59esima cerimonia di insediamento di quest’anno sarà solo la 22esima cerimonia che si terrà a gennaio.
Prima che entrasse in vigore il 20esimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, adottato nel 1933, ogni nuovo presidente americano avrebbe dovuto entrare in carica il 4 marzo.
C’erano tuttavia delle eccezioni: per esempio un vicepresidente, in caso di morte improvvisa del presidente in carica (capitato anche questo nella storia americana), poteva prestare giuramento e subentrare subito al suo posto.
Il Congresso Continentale (l’organo di governo del Paese prima delle sue prime elezioni) fissò il primo mercoledì di marzo come data del primo insediamento presidenziale, nel 1789, ma perché scelse proprio quel giorno del calendario?
Beh, fu una decisione logistica, basata sulla necessità, sia per i membri del Congresso sia per le squadre di transizione presidenziale, di trasferirsi nella capitale.
Ai tempi della nascita degli Stati Uniti d’America ci voleva molto tempo per viaggiare e, in particolare, per raggiungere Washington DC, situata sulla costa occidentale, dove si trovava (e si trova tuttora) la Casa Bianca.
Il presidente neoeletto, così come il suo staff e il Congresso, aveva bisogno di un lungo periodo di tempo tra l’elezione e il giuramento per mettere tutto in ordine.
La prima cerimonia di insediamento del 1789, peraltro, non ebbe luogo fino al 30 aprile.
Il Congresso non poteva presentare un numero di membri sufficienti il 4 marzo 1789, giorno in cui George Washington avrebbe dovuto prestare giuramento, quindi la cerimonia fu rimandata a fine aprile.
Tuttavia, dopo l’insediamento di Washington alla Casa Bianca, il Congresso decise di mantenere il 4 marzo come data per tutte le cerimonie future.
Oltre a dare il tempo necessario per la transizione tra i due presidenti, questa data venne scelta anche per un altro motivo: era meno probabile che cadesse di domenica.
Per noi oggi un fatto simile può apparirci irrilevante, ma allora era importantissimo: per i politici più religiosi, e conservatori, la domenica era un momento sacro, non tanto per stare con la famiglia, quanto per assistere alla messa, quindi, quando possibile, volevano evitare (a meno che non fossero davvero urgenti) gli affari ufficiali in questo giorno.
Oggi invece, se il giorno di insediamento cade di domenica, domenica ha luogo un giuramento privato, mentre lunedì una cerimonia pubblica, come avvenuto nel caso del secondo giuramento di Barack Obama.
XX secolo: migliorano i trasporti, cambia la data dell’Inauguration Day
Nel XX secolo, grazie ai notevoli progressi fatti dalla tecnologia e dal settore dei trasporti, sempre più persone potevano viaggiare in tutto il Paese più rapidamente, quindi non sussisteva più il motivo per cui il periodo “di transizione” tra le elezioni e l’insediamento alla Casa Bianca dovesse essere così lungo.
Inoltre, in tempi di turbolenza nazionale (ad esempio durante la Grande Depressione), il periodo “di transizione” si rivelò un’attesa troppo lunga per molti americani.
Questo lungo ritardo, come già anticipato, creò non pochi problemi proprio durante la Grande Depressione.
Durante il periodo “di transizione” del presidente Herbert Hoover nel 1932, Hoover e l’allora presidente neoeletto, Franklin D.Roosevelt, comunicavano a malapena, lasciando il Paese “in sospeso” e in attesa che il Governo prendesse provvedimenti per frenare la devastazione economica.
Fu allora che il Congresso, in risposta alle suppliche e alle continue richieste di aiuto degli americani, propose il 20esimo Emendamento.
Proposta del 20esimo Emendamento, dibattito intorno ad esso e decisione finale
Prima che il 20esimo Emendamento venisse ufficializzato, ci fu un lungo dibattito su quando fissare la nuova data dell’insediamento del neopresidente alla Casa Bianca, ma su un fatto tutti erano concordi: quattro mesi erano un periodo troppo lungo da aspettare.
Il Senato, originariamente, voleva fissarlo il 15 gennaio, mentre la Camera dei Rappresentanti il 24 gennaio.
Alla fine, come soluzione di compromesso, venne scelto il 20 gennaio.
Ed ecco perché, ancora oggi, il 20esimo Emendamento stabilisce che il mandato del presidente americano neoeletto inizia il 20 gennaio a mezzogiorno.
Di Francesca Orelli
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