Il Colosso di Rodi – Le 7 meraviglie antiche

La lista che elenca le 7 meraviglie antiche (distinte dalle 7 meraviglie moderne) risale al III secolo a.C.. Tutte le opere, tra le quali purtroppo anche il mastodontico Colosso di Rodi, andarono distrutte per cause differenti.

Le Sette Meraviglie del Mondo:

•             La Grande Piramide di Giza

•             I Giardini pensili di Babilonia

•             Il Tempio di Artemide ad Efeso

•             La Statua di Zeus ad Olimpia

•             Il Mausoleo di Alicarnasso

•             Il Colosso di Rodi

•             Il Faro di Alessandria

Il gigante di bronzo e pietra

Tra le 7 meraviglie del mondo antico, il Colosso di Rodi si presenta come una delle più conosciute. Alto circa 32 metri, fu costruito in ben 12 anni e terminato nel 293 a.C.. Costituito da colonne in pietra contenenti delle putrelle di ferro che permettevano di sorreggere le enormi piastre di bronzo che ne costituivano il rivestimento.

Diversi sono i tentativi attraverso i quali si è provato a “immortalare”, a posteriori, un’opera considerata tra le più magnificenti della storia dell’uomo; nonostante molte di queste abbiano rappresentato il colosso all’entrata del porto di Rodi, alcuni studi più recenti hanno permesso di stabilire che molto probabilmente la statua fosse stata posta nell’acropoli di Rodi su una collina solo a ridosso del porto, con la funzione di faro per le imbarcazioni che giungevano sulla costa dell’isola greca.

Il Colosso di Rodi: perché venne costruito

Secondo gli scritti pervenuti, la costruzione del colosso venne affidata allo scultore Carete di Lindo per celebrare la vittoria di Rodi contro Demetrio I Poliorcete, sovrano macedone che nel 305 a.C. provò a conquistarla mediante delle particolari navi dotate di catapulte.

L’assedio durò diversi mesi, ma alla fine il soccorso del generale Politemo determinò il ritiro dei macedoni e la vittoria della città, la quale decise di erigere una statua in onore del titano dell’astro solare Elio, divinità protettrice di Rodi.

La distruzione e la spartizione del Colosso

Il Colosso di Rodi sorvegliò il porto della città per quasi 70 anni. Nel 226 a.C., però, un potente terremoto lo fece crollare in mare, dove rimase per circa 800 anni.

Successivamente, la conquista dell’isola da parte del popolo arabo e la successiva vendita in pezzi della statua recuperata sul fondale rimasero le ultime notizie pervenute sul colosso.

Ancora una volta, la descrizione migliore per comprendere la bellezza della statua è attribuibile a Plinio il Vecchio:

«Il più ammirato di tutti i colossi era quello del Sole che si trovava a Rodi opera di Carete di Lindo, discepolo di Lisippo. Esso era alto 70 cubiti [circa 32 metri]. Questa statua, caduta a terra dopo sessantasei anni a causa di un terremoto, anche se a terra, costituisce tuttavia ugualmente uno spettacolo meraviglioso. Pochi possono abbracciare il suo pollice, e le dita sono più grandi che molte altre statue tutte intere. Vaste cavità si aprono nelle membra spezzate; all’interno si possono osservare pietre di grandi dimensioni, del cui peso l’artista si era servito per consolidare il colosso durante la costruzione. Dicono che fu costruito in dodici anni e con una spesa di 300 talenti ricavati dalla vendita del materiale abbandonato dal re Demetrio allorché, stanco del suo prolungarsi, tolse l’assedio a Rodi. Nella stessa città ci sono cento altri colossi più piccoli di questo, ma tali da rendere famoso qualunque luogo in cui si trovasse anche uno solo di essi.»

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