15 Ottobre 2024
Piramide di Tikal

I resti del tempio della città di Tikal, un tempo importante centro abitato dell'impero Maya.

Duemila anni prima degli europei, i Maya usavano filtri basati su minerali come quarzo e zeolite: la capacità di rimuovere metalli pesanti e tossine è elevatissima

Nell’ambito di una ricerca di più ampio respiro su come i popoli antichi deviavano, conservavano e raccoglievano l’acqua, studiosi dell’Università di Cincinnati hanno scoperto presso il bacino idrico di Corriental, che serviva la città di Tikal, l’utilizzo da parte dei Maya di efficaci sistemi di filtraggio basati su rocce appositamente portate in loco da chilometri di distanza.

I ricercatori hanno infatti stabilito che il quarzo e la zeolite usati per il filtraggio furono prelevati presso un bacino, stavolta sedimentario e di origine vulcanica, ubicato a 29 chilometri a nordest della città chiamato Bajo de Azúcar. La zeolite a Tikal è presente in via esclusiva nella riserva di Corriental, era quindi utilizzata consapevolmente per questa funzione specifica.

Una roccia porosa, filtro naturale

La zeolite è un minerale, un silicato, caratterizzato da una struttura cristallina aperta costituita di canali interconnessi. Un filtro realizzato con questo materiale è in grado di rimuovere microbi, metalli pesanti, composti ricchi di azoto e altre tossine dall’acqua che vi fluisce, e sarebbe un sistema efficace ancor oggi. In effetti questa tipologia di filtri è entrata in uso in Europa solo in tempi relativamente recenti, mentre i Maya la scoprirono duemila anni fa.

Durante i suoi studi di lungo periodo, il professore di geografia Nicholas Dunning (uno degli autori della ricerca) aveva individuato in Guatemala quello che sembrava un deposito di quarzo e zeolite: l’acqua fuoriusciva agevolmente dalle rocce, tanto che i lavoratori locali riempivano bottiglie con un’acqua localmente nota per essere particolarmente pura e dolce.

I campioni raccolti da Dunning sono stati analizzati presso l’Università di Cincinnati e in effetti risultano estremamente simili a quelli rinvenuti nel bacino di Corriental.
Probabilmente gli antichi Maya si basarono su un’analoga osservazione empirica e compresero le qualità di quel tipo di minerale, tanto da ritenere valesse la pena trasportarlo per decine di chilometri.

Tikal contava su diversi bacini idrici, ma solo le acque di Corriental erano purificate

Città Maya come Tikal erano costruite su terreni calcarei porosi che rendevano tutt’altro che semplice la conservazione di scorte d’acqua; un sistema per purificare efficacemente quella disponibile era pertanto vitale e si ritiene abbia protetto la popolazione da malattie e infezioni di cui sarebbe stata vittima se avesse dovuto far uso di acqua non trattata.

Un’altra ricerca recente, sempre a opera dell’Università di Cincinnati, illustrava come la città di Tikal fosse stata abbandonata a seguito dei livelli di inquinamento da mercurio che resero imbevibili alcune riserve d’acqua, dovuto all’utilizzo di un pigmento, il cinabro, per l’intonacatura delle pareti e nei sepolcri.
Ma proprio la riserva di Corriental, dotata invece del sistema di filtraggio, non presenta tracce di questo contaminante nelle sue acque.

Lo studio, frutto di ricerche multidisciplinari (antropologia, geografia, biologia) è stato pubblicato sulla rivista Scientific Report il 20 ottobre 2020.

Di Corrado Festa Bianchet

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