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Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer. Chi era veramente?

La  Ragazza con l’orecchino di perla o Ragazza col turbante è uno dei dipinti più noti del pittore olandese Jan Vermeer, databile al 1665-1666 circa e custodito presso la Mauritshuis dell’Aia (Paesi Bassi).  Le sue ridotte dimensioni (44,5×39 cm) ed il mistero sull’identità della donna raffigurata rendono l’opera molto simile alla Gioconda di Leonardo da Vinci, ed è per questo soprannominata la “Monna Lisa olandese”.

Letteratura e cinema

L’opera di Vermeer è entrata maggiormente nell’immaginario collettivo in seguito al romanzo La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier (1999). Al romanzo si ispirò il celebre film omonimo del 2003, diretto da Peter Webber ed interpretato da Scarlett Johansson (nei panni di Griet)e da Colin Firth (nel ruolo di Vermeer).

Già nel 1986 il dipinto di Vermeer era stato rievocato nella raccolta di racconti di Marta Morazzoni intitolata La ragazza col turbante, sua opera letteraria d’esordio che venne tradotta in ben nove lingue.

Un’identità misteriosa

Ma chi era la Ragazza con l’orecchino di perla dipinta da Vermeer? Molti studiosi se lo chiedono ed ancora oggi non si è riusciti a dare una risposta ben precisa. La documentazione sull’opera è infatti molto scarsa, così come lo sono le notizie biografiche sull’artista olandese.

Quello che ci si chiede principalmente è: la ragazza raffigurata nel dipinto è una persona realmente esistita che Vermeer conosceva oppure si tratta di un volto idealizzato frutto della fantasia dell’artista?

Jan Vermeer, Ragazza col turbante, 1665-66, Mauritshuis, Aia.

Secondo alcuni studiosi, le caratteristiche del volto della ragazza non fanno pensare ad una bellezza idealizzata: l’espressione naturale dallo sguardo ammaliante, gli occhi che sembrano rivolti direttamente all’artista, le labbra appena dischiuse, sono tutti indizi che rimandano ad una rappresentazione dal vero.

Jan Vermeer, Ragazza col turbante, dettaglio.

Nel dipinto, tuttavia, possiamo notare la compresenza di elementi contrastanti: l’abito color ramato indossato dalla ragazza sembra appartenere ad una persona del popolo, ma l’inusuale turbante (verosimilmente importato dalla Turchia) e la preziosa perla di grosse dimensioni erano a quell’epoca accessori molto costosi, che potevano appartenere ad una donna dell’alta borghesia o dell’aristocrazia.

L’utilizzo del blu oltremare per il copricapo, inoltre, aveva un enorme valore economico nel Seicento: il pigmento era ottenuto dal lapislazzuli, una pietra preziosa che all’epoca aveva dei costi proibitivi. Per questo, alcuni studiosi hanno ipotizzato che l’opera fu commissionata da un cliente molto benestante.

L’opera è un finto ritratto?

La maggior parte della critica concorda nell’ipotesi che La ragazza col turbante appartenga al genere della pittura olandese dei tronien, ovvero dei ritratti in costumi storici o esotici utilizzati per raffigurare personaggi di fantasia o soggetti comuni.

Il tronie era un tipo di opera molto diffusa nella pittura del Secolo d’Oro olandese e lo stesso Vermeer vi si dedicò più volte. Come testimonia l’inventario del 1676 dei beni appartenenti alla famiglia dell’artista, risultano due “tronien dipinti alla moda turca”.

Di solito questi dipinti non venivano commissionati, ma erano direttamente realizzati e poi venduti sul mercato. Per realizzare i tronien, gli artisti si servivano spesso di modelli veri e, probabilmente, la Ragazza col turbante era una modella reale che Vermeer utilizzò per rappresentare un personaggio di fantasia.

L’identità della Ragazza con l’orecchino di perla, nonostante le varie teorie, rimane ancora oggi sconosciuta, ma forse è proprio questo alone di mistero a rendere l’opera di Vermeer così affascinante ed attraente.

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