Perché la Rivoluzione d’Ottobre si festeggiava a novembre?

Nel corso della Prima guerra mondiale, precisamente il 7 novembre 1917, uno degli avvenimenti più importanti della storia contemporanea cambiò radicalmente le sorti del popolo russo.

Il paese, controllato all’epoca dallo zar Nicola II, aveva già visto sorgere numerosi tumulti nei mesi precedenti dovuti al gran numero di uomini che, mandati in guerra, avevano sottratto braccia all’agricoltura causando una crisi economica che aveva coinvolto l’intero paese.

Questa prima fase culminò in quella che venne denominata rivoluzione di febbraio, e che vide non solo i bolscevichi, ma anche gran parte della popolazione insorgere contro lo Zar, ponendo fine alla dinastia dei Romanov, e di conseguenza all’autocrazia che fino a quel momento aveva guidato il paese.

Dopo un periodo transitorio durato otto mesi, la fase finale della rivoluzione russa (la celebre rivoluzione d’ottobre) si verificò come risultato dei conflitti interni tra i partiti per la spartizione del potere. Il governo provvisorio, alla fine, cadde sotto l’azione armata dei bolscevichi guidati da Lenin e Trockij, lasciando il posto al governo dei commissari del popolo della RSFS Russa.

Perché le date della rivoluzione russa non tornano?

Analizzando con precisione le date che hanno portato al dispiegarsi delle diverse fasi della rivoluzione russa, è facile convincersi che qualcosa non torna. La rivoluzione di febbraio, a guardare il nostro calendario, sarebbe in realtà avvenuta in marzo; la rivoluzione di ottobre, invece, veniva festeggiata ufficialmente fino a pochi anni fa in Russia, ma a novembre.

La discrepanza deriva dalle differenze tra i due calendari in uso in quel tempo. Il calendario giuliano, promulgato nel 46 a.C. da Giulio Cesare a seguito del lavoro dell’astronomo egizio Sogiene di Alessandria, era stato infatti sostituito nel 1582 d.C. da papa Gregorio XIII con il calendario gregoriano.

A causa di un piccolo ritardo astronomico nel corso dell’anno (oggi tenuto sotto controllo proprio grazie all’introduzione degli anni bisestili con il calendario gregoriano), il pontefice aveva infatti deciso di “recuperare” il tempo perduto introducendo il calendario che usiamo ancora oggi, compensando il ritardo di circa 10 giorni che si era accumulato nei precedenti 1600 anni circa.

La Russia indietro nel tempo ai tempi della Rivoluzione d’Ottobre

Ovviamente, il cambiamento di calendario non valse per tutti i paesi nel mondo. Tra questi c’era anche la Russia degli zar ortodossi, che al momento della rivoluzione bolscevica utilizzava ancora il calendario giuliano, e che rispetto a gran parte del mondo aveva ormai accumulato un ritardo di ben 13 giorni.

Il calendario gregoriano, infatti, venne stabilito per decreto da Lenin solo tre mesi dopo la conclusione della rivoluzione bolscevica, facendo passare il paese dal 31 gennaio 1918 direttamente al 14 febbraio 1918.

Questa disparità spiega perché, ogni anno fino al 2004, il 7 novembre a Mosca veniva svolta una parata militare dedicata a quello che probabilmente rimane il più importante avvenimento della storia russa. Oggi, questa ricorrenza è stata sostituita con la “Giornata dell’unità nazionale”, celebrata il 4 novembre.

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