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Shahr-e Sukhteh, il gioiello archeologico dell’Iran

Classificato tra i Paesi più antichi del mondo, l’Iran ospita numerose civiltà antiche, misteriose e peculiari. Tra le sue province troviamo quelle di Sistan e di Baluchistan, note per essere le più antiche dell’ex regno degli Scià, che racchiudono monumenti eccezionali, come ad esempio l’antica città di Shahr-e Sukhteh.

Shahr-e Sukhteh è un gioiello perduto dell’Iran che, per gli archeologi, è la prima città al mondo in termini di struttura, popolazione e pianificazione urbana. Il sito custodisce infatti i resti di un’antica, e considerevole, città risalente all’Età del Bronzo e che, ai tempi, rappresentava un centro molto importante per l’Iran sud-orientale.

La civiltà di Shahr-e Sukhteh è una delle meraviglie del mondo antico. I reperti archeologici, rinvenuti in quest’area, testimoniano l’emergere dei primi insediamenti umani nell’Iran orientale.

Shahr-e Sukhteh, che significa città bruciata, risale a più di 5000 anni fa ed è uno dei patrimoni nazionali dell’Iran. Si trova vicina alla strada che da Zabol porta verso Zahedan, nelle province del Sistan e del Baluchistan, entrambe situate nella parte sud-est dell’Iran.

La città venne costruita nel 3200 avanti Cristo e le persone ci vissero per ben quattro epoche, dal 3200 (anno della fondazione) fino al 1800 avanti Cristo.

L’area totale su cui si estende la città è di 2,8 chilometri quadrati e, in essa, possiamo trovare una zona residenziale, una centrale e una industriale, nonché un cimitero e diversi monumenti.

È costruita in una zona completamente antisismica e, nel corso della sua storia, è stata bruciata ben tre volte, prima di essere abbandonata nel 1800 avanti Cristo. Ciò lo si può vedere nel primo strato della sua costruzione e anche nei successivi, tra i quali troviamo quello relativo alla sua distruzione.

Tuttavia, nel 2100 avanti Cristo, la città fu improvvisamente evacuata senza lasciare segni: cosa ha causato ciò? Toccherà agli archeologi scoprirlo.

Il sito è stato scoperto e indagato per la prima volta da Aurel Stein nei primi anni del 1900. Soltanto nel 1967 però gli archeologi iniziarono a scavarci e, fino alla fine degli anni Settanta, è stato esplorato in lungo e in largo dagli archeologi iraniani e italiani.

Shahr-e Sukhteh è rimasta sotto uno spesso strato di 20 centimetri di cenere e polvere per circa 4000 anni prima di essere scoperta. Il clima secco del deserto, tipico della regione, ha anche contribuito a preservare i resti di questa civiltà.

Non è solo la sua estensione che ha reso Sharh-e Sukhteh una delle più grandi città antiche dell’Iran e del Medio Oriente. Le scoperte hanno infatti rilevato un grande sviluppo e avanzamento che, ancora oggi, suona davvero incredibile.

C’erano varie industrie, come ad esempio quella tessile, quella edile, quella orafa, e così via, e questo ne faceva una delle città più all’avanguardia per l’epoca. Gli archeologi hanno rinvenuto ben dodici tipi di tessuto tra le sue rovine, che hanno indicato che, a quei tempi, l’industria tessile non solo era molto avanzata, ma offriva numerosi tipi di stoffe.

Il primo bulbo oculare artificiale noto al mondo, con due fori su entrambi i lati e un filo d’oro per tenerlo in posizione, è stato rinvenuto su uno scheletro femminile che è stato ritrovato proprio a Shahr-e Sukhteh.

Una delle cose più meravigliose che sono state scoperte in questa città sono i più antichi segni di chirurgia celebrale. Lo scheletro di una ragazza di 14 anni, scoperto nel cimitero della città, ha rivelato agli studiosi che i medici avevano effettuato un intervento chirurgico sul suo cervello ben 4800 anni fa.

Un righello di dieci centimetri, preciso a mezzo millimetro, ha invece lasciato intendere che gli abitanti di Shahr-e Sukhteh avevano sviluppato una scienza matematica addirittura persino più precisa di quella degli antichi Egizi.

C’era un sistema ceramico ben gestito in città per l’approvvigionamento idrico e le acque reflue. Inoltre le persone di quel periodo si divertivano un mondo a giocare a backgammon.

Circa 21’000 tombe sono state scoperte nella parte occidentale e meridionale della città e, l’analisi dei resti dei cadaveri, ha portato a risultati molto singolari e avvincenti.

Uno dei più grandi scheletri del mondo, che misurava 5 metri e 21 centimetri e apparteneva ad un uomo di età compresa tra i 35 e i 40 anni, è stato ritrovato qui.

Durante gli scavi archeologici effettuati negli anni Settanta è stata trovata una nave in ceramica che raffigurava una capra e un albero. Il manufatto recava cinque immagini, che rappresentavano una capra selvaggia che saltava in piedi per mangiare le foglie di un albero.

Quando la nave veniva girata, si poteva vedere le immagini fondersi e creare un’animazione “di rimbalzo”, che raccontava la storia di questa capra che mangiava da un albero. Questo significa che il personaggio dei cartoni animati più antico del mondo non è un topo, come qualcuno potrebbe pensare, bensì una capra.

Shahr-e Sukhteh è uno dei monumenti protetti dall’UNESCO che si trovano in Iran e che è associato alla cultura Jiroft, una delle più antiche civiltà che siano mai apparse sulla Terra insieme a quella di Helmand.

Tuttavia, sebbene sia conosciuta dai primi anni del Ventesimo Secolo, è stata inserita nella lista dei beni culturali considerati patrimoni mondiali dell’umanità soltanto nel mese di giugno del 2014.

I periodi migliori per visitare Shahr-e Sukhteh, questo per i nostri amici che stanno progettando un viaggio in Iran, sono quello invernale e quello primaverile. La visita, a seconda di quello che si desidera vedere, può durare da un’ora fino ad arrivare ad un giorno.

Di Francesca Orelli

2 pensieri riguardo “Shahr-e Sukhteh, il gioiello archeologico dell’Iran

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