Tra mummie, tele, vasi, sculture e oggetti di ogni tipo, i musei sono ormai parte integrante delle
città di tutto il mondo. Ma non è stato sempre così: nell’antichità infatti non esistevano musei e in
altre epoche erano luoghi privati, a cui non tutti avevano accesso.
Dalla seconda metà del 700, in seguito alla Rivoluzione Francese e all’idea che tutti senza
distinzioni di censo o classe abbiano il diritto di godere dei capolavori dell’arte, nascono i primi
musei pubblici e le opere conservate divengono patrimonio universale.
Con il passare del tempo, seguendo i mutamenti dello scenario sociale e l’evoluzione dell’arte,
anche i Musei hanno dovuto rinnovarsi, trasformandosi da semplici contenitori a veri e propri
contenuti.
Jüdisches Museum Berlin
Un esempio è il museo Ebraico di Berlino, inaugurato nel 2001. Con la sua architettura
contemporanea evoca metaforicamente l’angosciata storia del popolo ebraico dall’epoca romana ai
giorni nostri. La struttura ricorda una stella di David decomposta, o una linea a zig-zag ed è per
questo soprannominata fulmine. Ricoperta da lastre di zinco, gli angoli sono acuti e le finestre
assomigliano a piccole feritoie: sottili e allungate, più simili a ferite che a vere e proprie finestre.
Lo spazio è claustrofobico, genera sofferenza e inquietudine, le feritoie impediscono una visuale
sull’esterno e permettono a poca luce di filtrare. Per accedere al museo si deve necessariamente
entrare nell’adiacente Berlin-Museum e attraversare un sentiero sotterraneo che collega i due
edifici, a simboleggiare quanto la storia ebraica e quella tedesca siano connesse tra loro. L’entrata al
museo è stata intenzionalmente resa difficile e lunga per infondere al visitatore le sensazioni di sfida e di difficoltà che sono distintive della storia ebraica.
Le installazioni d’arte arricchiscono il museo: la più toccante è forse quella di Menashe Kadishmar
detta Foglie Cadute: 10.000 lastre di ferro arrugginito lavorate a forma di volto umano simulano un
enorme fiume di grida silenziose. Il silenzio viene interrotto dai visitatori che camminandovi sopra
producono un suono metallico, cupo, freddo. Il frastuono e l’angoscia fanno desiderare di uscire al
più presto dalla sala, pur essendo comunque costretti a calpestare le teste delle vittime della Shoah.
https://arkt.space/larchitettura-museale-e-il-controverso-rapporto-tra-contenitore-e-contenuto/
https://www.jmberlin.de/it
https://www.visitberlin.de/it/judisches-museum-berlin-museo-ebraico