Risalgono al Triassico, l’era in cui apparvero e iniziarono a diffondersi i dinosauri, le impronte scoperte su una spiaggia pubblica a Penarth, nel Galles orientale. A lasciarle, un gruppo di sauropodi, i giganteschi erbivori quadrupedi popolari col nomignolo collolungo. Le impronte sono numerose, alcune differiscono leggermente per dimensioni e si sovrappongono l’un l’altra: siamo di fronte a un luogo di ritrovo dei dinosauri del Triassico.
Quando nel 2020 il paleontologo dilettante Kerry Rees segnalò la presenza delle impronte al Natural History Museum vi fu all’inizio un po’ di scetticismo poiché di frequente le segnalazioni provenienti da persone inesperte spesso risultano avere un’origine completamente diversa che nulla ha a che fare con animali vissuti milioni di anni fa. Ma l’analisi delle foto fornite convinse i ricercatori che valesse la pena approfondire.
Sorpresa: il sito non era sconosciuto
Ma subito, consultandosi con i colleghi, emerse che il sito era già stato oggetto di esplorazione da parte di un team di ricercatori francesi, dell’Università di Cardiff e del Museo Nazionale del Galles. Essendo tuttavia le opinioni sulla natura del ritrovamento contrastanti, si è deciso di proseguire le indagini.
Le misurazioni effettuate in situ dai professori Susannah Maidment e Paul Barrett li inducono a ritenere di trovarsi davvero di fronte a impronte di dinosauro: il distanziamento uniforme suggerisce la camminata di un animale e inoltre il rialzamento lungo i bordi indica il tipico effetto causato da un piede che comprime il terreno fangoso per poi creare una sorta di parete rialzata esterna quando il piede stesso viene tirato su.
Le tracce delle dita si sono rivelate più difficili da individuare, ma per fortuna nelle foto scattate dai ricercatori francesi dieci anni prima esse si delineano più chiaramente, meno soggette all’erosione rispetto a come si mostrino oggi. Le foto non solo rafforzano l’ipotesi si tratti di autentiche orme di dinosauro, ma suggeriscono anche, sia pure in linea di massima, chi possa averle lasciate.
Dalle caratteristiche, viene attribuito un nome alle impronte nel terreno proprio come si fa con gli animali che le lasciarono: quelle trovate in Galles sono denominate Eosoparus, le più antiche impronte attribuite a sauropodomorfi. Oltre che nel Regno Unito ne sono state rinvenute in Nordamerica e in Italia. Questo non fornisce indicazioni specifiche sulla specie che le lasciò, ma si tratta di qualcuno del grande gruppo di erbivori chiamato sauropodomorfi, che include alcuni fra i più popolari dinosauri come il brontosauro e il diplodoco ma anche i giganteschi titanosauri come l’argentinosauro.
Gli icnofosilli sono le tracce fossilizzate lasciate dagli esseri viventi, come le orme e i cunicoli
Le impronte risalgono al Triassico Superiore (228–200 milioni di anni fa circa), l’ultimo dei periodi del Triassico, iniziato 251 milioni di anni fa quando sulla Terra le due maggiori masse continentali, Gondwana e Laurasia, si erano già unite a formare la Pangea e che a sua volta costituisce la prima delle tre ere del Mesozoico (seguirono Giurassico e Cretaceo). Come spiega la dottoressa Maidment, sappiamo da ritrovamenti di ossa fossili in altre zone come il Somerset che i primi sauropodi quali il Camelotia vivevano in effetti all’epoca su quello che oggi è suolo britannico.
Il dottor Barrett sottolinea come questo tipo di ritrovamento non sia comune, a livello mondiale, e che potrà fornire preziose indicazioni riguardo i dinosauri del Regno Unito del triassico, su cui le testimonianze fossili sono scarse.
I sentieri di orme possono fornire informazioni vitali per i paleontologi come la postura e l’andatura di chi le lasciò, in modo molto più preciso e chiarificatore di quanto possa fare persino uno scheletro completo.
Non essendo solitamente possibile conservare all’interno di un museo quelli che a volte sono sentieri lunghi centinaia di metri, è fondamentale lo studio approfondito sul campo e la registrazione quanto più possibile accurata delle impronte nella roccia (oggi si possono tradurre in modelli tridimensionali), che dovranno forzatamente essere lasciate nella loro sede naturale, in balia dei processi erosivi che un giorno le faranno sparire del tutto.
Per ulteriori informazioni: “Triassic dinosaur tracks from Penarth, south Wales“, Geological Magazine (2021).