Il Narciso è un’opera di Caravaggio attualmente conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica, situata all’interno di Palazzo Barberini, a Roma. Dipinto tra il 1597 e il 1599, con una tecnica ad olio su tela, misura 92×112 cm ed è stato attribuito al celebre artista dallo storico dell’arte Roberto Longhi nel 1913.
L’opera, che è sprovvista di documentazione e ha come unica informazione una licenza d’esportazione datata 1645, venne donata nel 1916 alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. Tuttavia, sull’attribuzione data da Longhi ci sono ancora oggi delle divergenze, e pare che sia stata attribuita anche ad altri artisti, da Orazio Gentileschi a Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino.
L’opera raffigura il personaggio mitologico di Narciso, ragazzo di rara bellezza, che si innamora della propria immagine riflessa in uno specchio d’acqua in seguito a una punizione divina.
Descrizione e stile dell’opera
La figura di Narciso è rappresentata dall’artista mentre si specchia e contempla la sua immagine, quasi come volesse prenderla. A fare da sfondo alla scena di Narciso è una foresta nera. Il dipinto, che si sviluppa in verticale, è suddiviso in due parti, come se fosse in una carta da gioco. Sulla parte superiore c’è Narciso e su quella inferiore la sua immagine riflessa.
Caravaggio riprende questa affascinante figura mitologica e la interpreta in chiave moderna, facendo tesoro della cultura artistica lombarda e della preziosa lezione di chiaroscuro derivante da Leonardo. Questa tecnica, infatti, crea un forte impatto visivo.
Da notare sono le ombreggiature forti sulle vesti e sul corpo di Narciso, che vede riflettere nell’acqua limpida la sua immagine ricca di ombre. Le braccia del giovane, disposte ad arco, sembrano seguire l’andamento della tela, e dal modo in cui china il profilo si percepisce lo sguardo sofferente e anelante.
Caravaggio ha curato in modo maniacale l’effetto di sdoppiamento a specchio. Infatti, le pieghe delle maniche della camicia sono rappresentate rovesciate, come se fossero viste dal fonte verso l’esterno nella reale immagine del giovane.
Il mito significato e simbolismo
Narciso, protagonista del dipinto, è una figura presente sin dall’antichità. Il mito narra la storia di Narciso giovane cacciatore, che con la sua bellezza fa strage di cuori, ma venne maledetto da un suo amante respinto.
La maledizione lo condannò ad amare il suo riflesso e a perdersi in se stesso, fino a perire per lo struggimento. Di questa storia però ci sono altre versioni: per esempio, quella narrata da Pausania racconta che Narciso, specchiandosi nell’acqua, vede il riflesso della gemella morta e restò a contemplare l’immagine fino a quando morì di stenti.
Il Narciso dipinto da Caravaggio trae spunto dall’osservazione fatta da Leon Battista Alberti, che definisce il mito come colui che inventò la pittura. Il Narciso del Merisi è quindi anche una metafora dell’arte pittorica, che va intesa come una espressione della realtà. Caravaggio, dunque, pare si sia ispirato al Narciso di Ovidio e di Alberti interpretandolo in chiave moderna.
Nello specifico, l’artista dipinge nell’opera il momento precedente la scoperta dell’inganno: infatti, quella che Narciso vedeva riflessa nella pozza d’acqua non era altro che la proiezione di se stesso.