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Ha 3500 anni il più antico manuale sull’imbalsamazione nell’antico Egitto

L’imbalsamazione costituisce uno dei più affascinanti misteri dell’antico Egitto, così indiscutibilmente legato a quella civiltà quanto ancora tutt’altro che chiaro riguardo le tecniche applicate: si trattava di una professione pregna di sacralità probabilmente tramandata dal maestro all’allievo e fino a tempi recenti erano noti due soli testi scritti che ne descrivessero i processi in uso.

Il papiro Louvre-Carlsberg

L’antico manuale deve il suo nome al fatto che un frammento è in possesso del Museo del Louvre e un altro della Collezione Carlsberg di Papiri presso l’Università di Copenaghen. Lungo sei metri (e con diverse parti mancanti), il papiro è datato intorno al 1450 avanti Cristo, ovvero precede di oltre un millennio gli altri due manuali noti.

Quel che sappiamo del processo di imbalsamazione nell’Egitto dei Faraoni è che era diviso in due periodi di 35 giorni ciascuno: il primo dedicato all’essiccazione della salma, il secondo alla fasciatura.
Il manuale di Louvre-Carlsberg descrive la seconda parte del procedimento.

L’utilizzo del natron per l’essiccazione è storicamente una delle poche certezze in merito, ma questo manuale sembra essere una sorta di testo avanzato per specialisti, con descrizioni redatte al fine di agevolare la memorizzazione delle tecniche da applicare. Il contenuto dedica per esempio molto spazio a una fase critica come il trattamento del viso, con descrizione degli ingredienti, per lo più di origine vegetale, usati come sostanze aromatiche o leganti dopo procedimenti come la cottura per renderli liquidi e poter impregnare un panno di lino rosso da stendere sulla faccia dell’individuo da mummificare.

Il rituale della mummificazione richiedeva in totale 70 giorni

Questo creava una sorta di bozzolo protettivo di sostanze aromatiche con funzioni antibatteriche e viene evidenziata come una procedura da ripetere a intervalli di quattro giorni. È la prima volta che i ricercatori s’imbattono in tale descrizione in effetti compatibile con le mummie con il volto ricoperto in tessuto intriso di resina risalenti allo stesso periodo del manoscritto.

Inoltre, lo stesso numero quattro sembra rivestire grande importanza e si ripete di frequente nel complesso dei rituali, che implica un totale di 17 fasi per completare la preparazione della salma per il suo viaggio nel mondo ultraterreno. Durante questi intervalli di quattro giorni il corpo veniva ricoperto con una sorta di lenzuolo e cosparso di paglia infusa di sostanze aromatiche capaci di tenere lontani insetti e animali saprofagi.

Il testo costituisce nel suo insieme il secondo più esteso trattato medico dell’antico Egitto, inclusivo di indicazioni sul trattamento di malanni con approfondite descrizioni delle piante, dei loro semi e habitat e del relativo rapporto con le divinità locali, in un mix fra scienza e religione.

La pubblicazione del papiro è prevista per il 2022, in collaborazione fra il Museo del Louvre e il Carlsberg. Per ulteriori informazioni: Sofie Schiødt, “Medical Science in Ancient Egypt: A translation and interpretation of Papyrus Louvre-Carlsberg.”

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