Hammurabi: come trasformò Babilonia in una potente città stato

Tutti lo conoscono per aver emanato il codice che porta il suo nome, il primo testo legislativo scritto della storia, ma Hammurabi fece molto di più di questo: sotto il suo regno infatti riuscì a trasformare Babilonia in una potente città stato. Ecco come ci riuscì.

Più di 3800 anni dopo aver preso il potere, l’antico re babilonese Hammurabi viene ricordato soprattutto per il codice che porta il suo nome, il codice di Hammurabi, che era iscritto su una stele grande come un uomo e che pose in tutte le città del suo regno.

Ma il sistema di 282 leggi, il primo, in assoluto, scritto della storia, fu solo una delle tante conquiste di un leader che trasformò Babilonia, una città stato situata a 60 miglia a sud dell’odierna Baghdad, in una grande potenza che dominò sull’antica Mesopotamia.

Durante il suo regno, che durò dal 1792 fino al 1750 avanti Cristo, anno della sua morte, Hammurabi servì per molti versi anche da modello per molti altri re.

Combinò infatti potenza militare, raffinatezza diplomatica e abilità politica, doti con le quali non solo costruì, ma controllò anche un impero che si estendeva dall’entroterra del Golfo Persico per 250 miglia lungo i fiumi Tigri ed Eufrate.

Hammurabi: perché questo antico re riuscì a trasformare Babilonia in una grande potenza?

Oltre a scolpire le sue leggi nella pietra, Hammurabi era anche un sovrano, un guerriero, un diplomatico e un amministratore.

Riuscì a diventare il più forte sovrano della regione perché era un astuto statista: non si faceva infatti troppi problemi a stipulare alleanze, e anche a scioglierle, quando meglio credeva.

Aveva anche una rete molto fitta di diplomatici e di spie, che lavoravano per lui e gli permettevano, così, di essere anche uno dei governanti meglio informati della zona.

Per gran parte del suo regno, Hammurabi fece affidamento sulla diplomazia per promuovere gli interessi di Babilonia e, nello stesso tempo, rafforzava il suo esercito.

Fu solo negli anni successivi che fece un uso (fin troppo abbondante) della forza. Era un gioco a lungo raggio, ma lui aveva tutto il tempo di giocarci, in quanto fu incoronato ad un’età molto più giovane rispetto ad altri re della regione.

Hammurabi: costruttore e conquistatore per Babilonia

Quando Hammurabi diventò re, nel 1792 avanti Cristo, aveva appena 18 anni, ma aveva già le idee molto chiare.

Babilonia non era all’altezza di Larsa, la sua rivale, situata più a sud, e il cui re, Rim Sin I, aveva anche sconfitto il padre di Hammurabi in battaglia.

Hammurabi però, malgrado la giovane età, non perse tempo e cominciò a rafforzare la sua città stato.

Diventò il primo re babilonese ad erigere mura protettive intorno alla città e, nello stesso tempo, si assicurò di ingraziarsi i suoi sudditi, emettendo un proclama con cui cancellò tutti i loro debiti.

Un gesto che, tra l’altro, ripeté per ben quattro volte durante il suo regno.

Come un governatore, o un senatore moderno, che aumenta la sua popolarità facendo riparare strade e costruire ponti nel suo stato d’origine, così Hammurabi riuscì a rafforzarsi politicamente intraprendendo una serie di enormi progetti infrastrutturali.

Costruì granai, templi, palazzi, un ponte sul fiume Eufrate, che consentì alla città di espandersi su entrambe le sponde, e fece anche scavare un grande canale di irrigazione, che proteggeva pure le terre dalle inondazioni.

Gli investimenti che fece furono ripagati, poiché Babilonia diventò gradualmente un luogo ricco e prospero.

Hammurabi però si assicurò che tutti, ma proprio tutti, sapessero che lui era il principale responsabile di quella fortuna.

Quando costruì il suo canale, per esempio, disse al suo popolo che stava solo rispettando i suoi obblighi nei confronti degli dei, che gli avevano affidato quella terra:

Le sue sponde su entrambi i lati le ho trasformate in terreno coltivato, ho ammucchiato mucchi di grano, ho fornito acqua immancabile per le terre…Le persone sparse, che ho raccolto con il pascolo e l’acqua, le ho rifornite, le ho pascolate in abbondanza e le ho sistemate in dimore pacifiche.”

Dopo diversi decenni dedicati alla costruzione di Babilonia, Hammurabi era abbastanza forte da poter intraprendere guerre di conquista. E, in rapida successione, si spostò su Eschnunna ad est, su Assiria a nord, su Marsi ad ovest e su Larsa a sud.

Hammurabi aveva un modo abile, seppure ambiguo, di unire forza e diplomazia: come spiega l’Enciclopedia di storia antica, stringeva alleanze con altri governanti e poi le rompeva ogni volta che era conveniente farlo.

Condusse anche la guerra in modo subdolo. Uno dei suoi trucchi preferiti era quello di arginare l’approvvigionamento idrico di una città rivale, e usare quindi la sete per spingerne i capi ad arrendersi, oppure rilasciare improvvisamente le acque, causare una devastante alluvione e, infine, ammorbidire il suo bersaglio per l’attacco finale.

Codice di Hammurabi: perché ancora oggi è considerato un ottimo modello legale

L’elaborato codice legale di Hammurabi copriva questioni che andavano alla sicurezza degli edifici alle eredità, passando per la disciplina degli schiavi e le tasse che gli antichi veterinari dovevano ricevere per operare su buoi e asini.

Non era il primo sistema legale e, in realtà, Hammurabi si limitò ad includere le leggi emanate dai re precedenti.

La vera novità però era che, per la prima volta, a Babilonia sembrava risuonare l’idea di una società costruita sul principio della legge e dell’ordine, che venivano applicato a tutti.

Ci sono molte leggi del codice di Hammurabi che, oggi, consideriamo barbare e crudeli, come ad esempio quella del taglione da cui è derivato anche il proverbio popolare “Occhio per occhio, dente per dente”, mentre altre invece che, al contrario, suggeriscono che il re babilonese, diversamente da altri sovrani del suo tempo, si prendeva cura e si assumeva la responsabilità anche dei gruppi più emarginati.

Il sistema legale di Hammurabi includeva caratteristiche che oggi ci sono molto familiari, come il principio della raccolta delle prove e le prove stabilite per condannare qualcuno di un crimine.

Il tema “innocente fino a prova contraria” risuonava nel codice di Hammurabi, e risuona ancora con noi.

Un’altra novita delle leggi del re babilonese è che, per la prima volta, vennero inseriti quelli che, ad occhio e croce, potrebbero essere stati i primi pagamenti di alimenti per i divorzi.

Hammurabi: un governante benevolo

In un certo senso il codice di Hammurabi era anche uno strumento di pubbliche relazioni, un modo per il re di pubblicizzarsi sottilmente come un sovrano saggio e benevolo.

A tal fine, un esempio sopravvissuto delle stele di pietra di Hammurabi, lo mostra mentre incontra Shamash, il dio della giustizia babilonese.

Non c’è dubbio che Hammurabi volesse essere percepito come un sovrano giusto, che proteggeva i suoi cittadini, oltre ad un surrogato degli dei sulla Terra, un leader di guerra, un costruttore e un giudice finale.

Mentre però Hammurabi potrebbe essere stato uno dei primi grandi autopromotori politici della storia, l’immagine che creò non era del tutto così clamorosa.

Era infatti un sovrano molto benevolo, in modo genuino, che voleva che i suoi sudditi potessero avere una vita migliore.

Nelle lettere che mandava ai suoi funzionari, Hammurabi ripeteva, a più riprese, che chiunque si fosse sentito maltrattato dalle sue corti, poteva appellarsi al re per una tregua.

Hammurabi, insomma, durante i suoi oltre quarant’anni di regno, non solo trasformò Babilonia in una grande città stato, ma garantì che tutti i suoi sudditi fossero giudicati in modo equo, mettendoli anche nella condizione di non temere il suo potere.

Di Francesca Orelli

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