Mary Anning, la pioniera della paleontologia – Prima parte
È prevista per novembre 2020 l’uscita nelle sale americane di Ammonite, per la regia di Francis Lee. Ma chi era Mary Anning, sulla cui vita si basa il film portato sul grande schermo da un’attrice popolare e apprezzata come Kate Winslet?
Una famiglia povera in un paradiso scientifico
Nata il 21 maggio 1799, perse prematuramente otto di nove tra fratelli e sorelle (inclusa la prima Mary, scomparsa in un tragico incidente l’anno prima).
Suo padre parallelamente alla professione di falegname aveva intrapreso l’attività, per incrementare i magri guadagni, di recupero e vendita di reperti fossili.
Mary Anning infatti trascorse tutta la vita a Lyme Regis, località nel sud-ovest della Gran Bretagna già apprezzata dai turisti per le sue spiagge ma soprattutto immenso giacimento di fossili di creature vissute fra il triassico e il cretaceo, passando per il giurassico. La località è parte della Heritage Coast (anche nota come Jurassic Coast), oggi patrimonio dell’umanità UNESCO.
Raccogliere fossili lungo le scoscese scogliere di Lyme Regis è tuttavia un lavoro irto di pericoli e un piede in fallo tradì Richard, il padre di Mary: morì pochi mesi dopo in seguito alle conseguenze della caduta e alle complicazioni dovute alla tubercolosi. All’epoca Mary aveva 11 anni, e avrebbe proseguito con il fratello Joseph la ricerca di reperti da porre in vendita in quello che sarebbe divenuto un negozio-esposizione famoso in tutta Europa, tanto da essere visitato anche da personalità del calibro di Federico Augusto II di Sassonia, oltre che da autorità del mondo scientifico.
Il più completo scheletro di ittiosauro
Nel 1811 Joseph aveva recuperato il grosso teschio di un rettile marino; l’anno successivo Mary tornò nello stesso sito convinta di poter trovare anche altre ossa. Aveva ragione: quello rinvenuto dagli Anning era il primo scheletro fossile quasi completo di un ittiosauro (sebbene non sia da attribuire loro la scoperta della creatura in sé), il primo grande successo che iniziò a rendere popolare il nome di Mary Anning.
Il fossile fu venduto a Henry Hoste Henley per una cifra corrispondente a meno di duemila euro di oggi, e poi ceduto per essere esposto presso il Museo di Storia Naturale di Londra. Nemmeno lontanamente paragonabili alle decine di milioni di euro per un fossile completo di tirannosauro al giorno d’oggi, ma significava, a quei tempi, poter dare da mangiare a tutta la famiglia per parecchi mesi.
Alla scoperta del mondo che fu: nasce la paleontologia
Nella sua nuova casa, l’ittiosauro catturò l’attenzione del mondo scientifico e l’immaginario collettivo delle persone comuni, innescando l’interesse e il fascino nei confronti del Mondo Perduto. Ma dalla fama non derivarono benefici economici per gli Anning e fu fondamentale, in quel momento, l’asta organizzata a loro beneficio dal collezionista di fossili Thomas Birch, che portò un po’ di stabilità finanziaria.
La straordinaria competenza di Mary, autodidatta, impressionava i colleghi ma anche gli ambienti aristocratici della società britannica. E imparò da sola il francese per tenersi informata grazie alle riviste scientifiche d’oltremanica e poter entrare in contatto con la comunità dei ricercatori nella nuova branca della scienza.
Stava per aver luogo la scoperta per cui Mary Anning è maggiormente ricordata ancora oggi, ma anche le delusioni conseguenza del ruolo della donna nella società britannica della prima metà dell’Ottocento…
Di Corrado Festa Bianchet