Psicologia

Gli assiomi della comunicazione di Watzlawick – V Parte: l’Interazione simmetrica e complementare

L’ultimo assioma esposto da Watzlawick trova la sua base concettuale nella nozione di scismogenesi elaborata da Bateson, ovvero un processo di differenziazione delle norme del comportamento individuale derivante dall’interazione cumulativa tra individui.

Effettivamente, non c’è bisogno di una perturbazione esterna per far si che la relazione tra due persone cambi col tempo, in un avvicendarsi di azioni verso l’altro che si influenzano a vicenda.

Le interazioni possono però essere di due tipologie diverse:

  • L’interazione complementare prevede che gli individui coinvolti occupino posizioni diverse all’interno della relazione. Una superiore (one-up) e una inferiore (one-down).
  • L’interazione simmetrica è invece definita dall’uguaglianza delle parti e dalla ‘minimizzazione’ delle differenze.

Secondo Watzlawick, quindi, qualsiasi scambio di comunicazione può essere definito simmetrico o complementare, a seconda che il rapporto sia basato sulla uguaglianza o sulla differenza.

Le due tipologie di interazione non sono mai per definizione ‘buone’ o ‘cattive’, così come non possono essere categorizzate a priori come ‘normali’ o ‘anormali’.

Piuttosto, le problematiche possono sorgere da una esasperazione delle posizioni all’interno della relazione.

Si parla di escalation simmetrica inerentemente al pericolo di sviluppare una competitività che porta al fenomeno della runaway (dispute o litigi). Questo è un elemento tipico delle discussioni coniugali, nelle quali uno stato di guerra si perpetra fino allo sfinimento fisico e mentale.

Spesso i due soggetti, i quali dovrebbero essere amanti, possono trovarsi gradualmente a sentire l’altro come un rivale, anteponendo l’antagonismo a sentimenti come l’amore e il rispetto.

Il problema opposto che può presentarsi è quello della complementarità rigida. In questo caso la continua disconferma del dell’altro porta ad un crescente senso di frustrazione e disperazione in uno o in entrambi i partner.

In questo caso sussiste un rafforzamento della condizione di partenza; questo potrebbe portare, come nel caso di un carnefice con la sua vittima, ad un’esagerazione della propria indole che a sua volta genererà una gabbia dalla quale i due individui faranno sempre più fatica ad evadere.

Nei casi più estremi la patologia della relazione porta uno dei coniugi a cambiare in maniera evidente i propri atteggiamenti nel momento in cui vive occasioni al di fuori del contesto coniugale.

Da un punto di vista terapeutico, in queste situazioni il clinico deve cercare di riequilibrare il rapporto in un senso o in un altro, rendendo le relazioni eccessivamente e persistentemente complementari più simmetriche e viceversa.

Solo in questo modo sarà possibile modificare lo schema relazionale, ristabilendo uno stato di equilibrio interno alla relazione. Per ottenere l’attenuazione di determinate abitudini, sarà però necessario mettere in campo tutta la propria flessibilità e sensibilità verso l’altro.

di Daniele Sasso

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