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Un laboratorio in uno smartphone: analisi in pochi secondi

Ha le dimensioni di una carta di credito il laboratorio portatile messo a punto dagli ingegneri dell’Università di Cincinnati: si collega a uno smartphone ed è in grado di connettersi automaticamente a uno studio medico grazie all’apposita app che lo accompagna.

L’utilizzo del dispositivo è alla portata di tutti: il paziente non deve fare altro che posizionare brevemente un piccolo pezzo di plastica monouso sulla lingua e poi inserirlo nell’apposito slot del mini apparecchio che tramite la connessione mobile invierà immediatamente i dati al proprio medico, con la possibilità di ottenere un responso quasi immediato.

Ma come funziona?

I ricercatori dell’Università di Cincinnati hanno sviluppato una sorta di microchip basato sul principio della capillarità (la tendenza di un liquido ad aderire a una superficie) per prelevare la saliva del paziente, in modo analogo a quanto già fanno diversi glucometri con una goccia di sangue per rilevare i valori della glicemia del paziente.

Il liquido, la saliva, viene incanalato attraverso due microscopici condotti: in uno si miscela con un enzima, liofilizzato, per il rilevamento di anticorpi; nel secondo canale è invece conservato un composto luminescente, anch’esso liofilizzato, per permettere a tre sensori di leggere i dati che interessa ricavare.

Secondo Il professor Chong Ahn, direttore del team responsabile dello sviluppo del dispositivo, i test sono affidabili e a basso costo, oltre che rapidi: oggi possono essere necessarie ore se non giorni per ottenere risultati tramite analisi di laboratorio e come dimostra la diffusione di malattie infettive quali i virus influenzali la rapidità e la semplicità di un esame possono rivelarsi fondamentali.

Virus, ma non solo

Il team ha testato con successo il minilaboratorio per rilevare infezioni dovute alla malaria e allo stesso modo lo si potrà sfruttare per altre malattie infettive, dai coronavirus all’HIV. Ma le funzioni potranno essere estese per esempio al rilevamento degli ormoni in relazione alla stressologia fino a integrarsi con i sistemi di monitoraggio della salute a distanza già disponibili e in uso attualmente.

Lo studio è stato pubblicato sul Nature journal Microsystems & Nanoengineering.

Di Corrado Festa Bianchet

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