Vega: un posto d’onore al museo Leonardo da Vinci per il razzo italiano

Il lanciatore di satelliti Vega (Vettore Europeo di Generazione Avanzata), è un successo dal punto di vista sia scientifico che economico dell’industria aerospaziale italiana.
La partenza del progetto risale al 1998 e vede l’Italia come principale finanziatore (al 65%) con la collaborazione di Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Svizzera e Svezia.

I compiti pratici assegnati a ciascuna nazione partecipante sono in un certo senso distribuiti lungo la struttura stessa del razzo: dal primo stadio, il P80, in gran parte francese e che avrà un importante ruolo nel futuro del vettore europeo per carichi pesanti Ariane, al quarto stadio, denominato AVUM (Attitude and Vernier Upper Module) di produzione ucraino/spagnola.

Sviluppato dalla società Avio (con stabilimenti a Colleferro, Roma) sotto la guida di una squadra di cinque donne, in testa l’ingegner Irene Cruciani, il Vega è un innovativo lanciatore in fibra di carbonio (in grado di rendere la struttura solida e al contempo leggera) in grado di rilasciare satelliti su diverse orbite contemporaneamente e a bassi costi.

Paragonato all’Ariane 5 il lanciatore italiano appare di dimensioni alquanto ridotte, con “soli” 30 metri di altezza (la metà), l’assenza di booster laterali e un diametro di tre metri contro 5,4; questo perché il segmento in cui opera è quello dei piccoli satelliti in orbita bassa, un mercato in grande espansione in questi anni ed economicamente profittevole in cui il Vega ha un ruolo di leader a livello globale.

L’Italia, sesto Paese al mondo dotato di un proprio lanciatore, è così entrata autorevolmente in un settore dove la concorrenza fra aziende di varie nazioni è ormai serrata e il giro d’affari dell’ordine dei miliardi di dollari ogni anno.

Dopo 14 lanci effettuati con successo, l’11 luglio 2019 il Vega va purtroppo incontro al suo primo fallimento, dovuto a un cedimento strutturale del secondo stadio, lo Zefiro 23, e conseguente perdita del carico; individuato e risolto il problema, il vettore è comunque pronto al ritorno alla piena operatività con il lancio previsto per la fine di marzo del 2020.

Intanto, un modello in scala 1:1 del Vega trova ora posto presso il Museo nazionale della scienza e della tecnica “Leonardo da Vinci” (in via San Vittore 21 a Milano), la più ampia struttura di questo genere dedicata alla scienza e alla tecnica in Italia, aperta nel 1953, in cui è possibile ammirare anche attraverso percorsi educativi la storia della ricerca scientifica e della tecnologia con un’attenzione particolare, ma non esclusiva, ai conseguimenti italiani in settori che spaziano dall’energia all’alimentazione, passando per i trasporti. Naturalmente, tenendo fede al proprio nome, la struttura ospita la più vasta collezione di modelli di macchine ispirate ai progetti di Leonardo Da Vinci e presso il settore dedicato all’industria aerospaziale (in cui l’Italia ha un ruolo rilevante e pioneristico fin dagli anni 60) svetta ora con i suoi trenta metri il fiore all’occhiello dell’industria aerospaziale italiana.

Di Corrado Festa Bianchet

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1 commento su “Vega: un posto d’onore al museo Leonardo da Vinci per il razzo italiano”

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