Civiltà minoica: non fu il fuoco a distruggerla, ma un cambiamento di cultura (I parte)

Il mistero di quello che è successo alla civiltà minoica ha tormentato gli archeologi per più di un secolo, ma adesso pare che la storia abbia deciso di sciogliere le riserve e di rivelarlo.

E qui c’è stata la prima sorpresa, perché secondo quanto rivelato dagli studiosi, che da trent’anni stanno scavando sull’isola di Creta, la civiltà minoica non venne distrutta da un evento catastrofico, come accaduto alla città di Pompei, ma da qualcosa di più sottile.

Questo popolo straordinario, che diede il via al sistema dei palazzi, e ad un’architettura fuori dagli schemi per l’epoca, nella regione bagnata dall’Egeo, non venne incenerito dall’eruzione vulcanica di Thera, come si pensava fino a non pochi anni fa, distrutto da un terremoto o sottomesso dai Micenei, come si era ipotizzato in tempi più recenti.

I Minoici infatti, che per secoli hanno esercitato la loro influenza sul mar Egeo, hanno sperimentato terremoti che li hanno scossi nel profondo, sono stati gravemente indeboliti dall’esplosione del vulcano Thera, situato sulla vicina isola di Santorini e sono sopravvissuti anche alle attenzioni “sgradite” dei greci provenienti dalla terraferma.

Sebbene le due popolazioni, Minoici e Micenei, abbiano sempre lottato, con il passare del tempo gli elementi dell’élite di entrambi diventarono praticamente indistinguibili, già dopo il 1450 avanti Cristo, se non addirittura prima.

L’influenza minoica in quanto tale si sarebbe ritirata e gli isolani, allora “miceneizzati”, avrebbero continuato a resistere fino al grande crollo della civiltà, avvenuta intorno al 1200 avanti Cristo.

Vale la pena aggiungere anche che gli archeologi, una volta, credevano che i Minoici fossero “giunti da qualche altra parte” in quanto erano molto più progrediti rispetto all’ambiente circostante.

Tuttavia le ultime analisi genetiche, effettuate nel 2017, hanno rilevato che sia i Minoici sia i Micenei discendevano dai contadini dell’Età della Pietra che vivevano nell’Anatolia occidentale e nell’Egeo, oltre che in minima parte nel Caucaso e nell’Iran.

Inoltre gli strati della distruzione, trovati nella principale città minoica di Cnosso, non furono il risultato dei lapilli del Thera, che piovvero 3600 anni fa, ma potrebbero essere i detriti della resistenza minoica contro i Micenei o forse i residui di ribellioni locali, avvenute tra il 1470 e il 1450 avanti Cristo.

A proposito, i Minoici non si definivano “Minoici”. Questo nome è stato assegnato ai residenti dell’isola preistorica soltanto in tempi recenti e deriva dal nome del loro leggendario re, Minosse, figlio di Zeus e di Europa e che, secondo i miti greci, commissionò all’architetto Dedalo la costruzione del labirinto per rinchiudervi il Minotauro, un mostro metà uomo e metà toro che, fino all’arrivo dell’eroe Teseo, terrorizzò gli ateniesi per anni con un tributo di sangue e che prevedeva l’invio di sette ragazzi e di sette ragazze per saziare la sua fame diabolica.

Di Francesca Orelli

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