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I murales di Certosa, come Genova rinasce dopo il Ponte Morandi

Il crollo del Ponte Morandi a Genova non ha segnato soltanto il capoluogo ligure ma l’Italia intera. Il piccolo quartiere di Certosa si è ritrovato dall’essere una via di passaggio al protagonista, suo malgrado, di una grande tragedia.

Ci conosciamo tutti, a Certosa, e nessuno di noi aveva mai pensato potesse accadere una cosa così grande. E invece eccoci qua, di fronte a un vuoto immenso che ci ha portato via tutto. Il nostro punto di riferimento? Andato giù, perso nel fiume dove da bambini giocavamo a rincorrerci e ai pirati.

Ma Certosa non si arrende, mai. E ritorna a splendere dopo 13 mesi con l’arte di strada.

Nasce tutto dal progetto On The Wall, 15 artisti si sono dati da fare e hanno portato gioia e colori in un quartiere che da quel 14 agosto viveva nel silenzio e nel grigiore della polvere.

On The Wall: come un quartiere si riprende la vita

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I murales di Certosa per la riqualificazione del quartiere dopo il ponte Morandi

È lo stesso Comune di Genova ad aver reso reale questo progetto di riqualificazione urbana con artisti di prima scena internazionale. Volti noti come Zeds e Ozmo sono arrivati da tutta Europa per regalare al quartiere momenti di serenità e spensieratezza, ma la street art non è solo questo. A Certosa si è puntato a una vera e propria riqualificazione: da periferia a centro nevralgico per il turismo, o almeno è un po’ questo il sogno di tutti.

Anche i giovani sono stati coinvolti e hanno regalato alle saracinesche dei negozi un volto nuovo, mentre i palazzi prendevano nuova vita.

Non solo il Comune, ma anche le più grandi aziende genovesi hanno dato un grande contributo al progetto On The Wall, permettendo agli artisti di esprimersi al meglio e ai cittadini di vivere un quartiere che non vuole più sentirsi abbandonato a se stesso.

Articolo scritto da Silvia Saltarelli

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