Letteratura

La casa editrice Einaudi e il logo dello struzzo

Trame ed autori rappresentano una buona parte del mondo dei libri, ma certo non ne esauriscono la complessità e varietà. L’editoria, ad esempio, ha un ruolo determinante per la circolazione delle opere e, quindi, della loro popolarità.

Da Aldo Manuzio ai giorni nostri, di strada ne hanno fatta gli editori, ritagliandosi un ruolo sempre maggiore nel mondo del mercato dei libri e costruendosi un’identità che li distingue l’uno dagli altri per continuare a solcare questo palcoscenico.

L’identità di un’impresa passa anche dal logo: a occhi chiusi possiamo dire quale brand informatico c’è dietro il simbolo della mela smangiucchiata, così come, letteralmente, su due piedi riconosciamo che il logo con le tre strisce laterali appartiene a quella famosa impresa di sportwear. 

E così anche nel mondo dell’editoria: i loghi delle case editrici, sia pur non così popolari come in altri settori, costituiscono un marchio distintivo e identificativo dei vari editori. Ad esempio, la casa editrice Einaudi ha legato il suo marchio al disegno di uno struzzo.

“Lo spirito valoroso digerisce le cose più dure”

La storia che lega la casa editrice Einaudi al logo dello struzzo affonda le radici nel tempo ed è quanto mai curiosa. La storia del logo dello struzzo inizia nel Cinquecento, quando un capitano di cavalleria, Girolamo Mattei Romano, voleva vendicare la morte violenta del fratello. 

Per riuscire nella sua vendetta il capitano attese numerosi anni, ma infine riuscì nel suo intento. Girolamo Mattei Romano si rivolse poi a Monsignor Giovio che, su commissione di capitani e militari, ideava immagini allegoriche ed emblemi.

Mattei voleva un simbolo che rappresentasse la capacità di un cuore valoroso nello smaltire ogni ingiuria: Giovio propose uno struzzo che, fra le sue peculiarità, annovera l’assunzione dei sassi per favorire la digestione, unito al motto Spiritus durissima coquit (lo spirito valoroso digerisce le cose più dure).

L’emblema piacque e, successivamente, insieme a numerose altre creazioni di Giovio, fu raccolto nel testo Dialogo delle imprese militari et amorose di Monsignor Paolo Giovio, pubblicato nel 1574. L’emblema disegnato da Giovio fu scelto come logo dalla rivista “La Cultura”.

Il fascismo soppresse la rivista “La Cultura”, ai tempi diretta da Giulio Einaudi, nel 1935 e il logo venne successivamente adottato dalla casa editrice fondata da Giulio Einaudi, identificando fino ai giorni nostri i volumi editi dalla casa editrice Einaudi.

Giulio Einaudi, Pablo Picasso e lo struzzo

Nel 1951 Giulio Einaudi si recò ad Antibes per una visita a Pablo Picasso. Il celebre pittore stava lavorando alle illustrazioni per un’edizione di Storie naturali di Georges-Louis Leclerc de Buffon e, fra i disegni, c’era quello dello struzzo.

Giulio Einaudi rimase molto colpito dal disegno dello struzzo e Picasso decise di farne dono all’editore italiano. Oggi il disegno dello struzzo di Pablo Picasso, senza motto, viene utilizzato come logo della casa editrice per la collana Einaudi Tascabili.

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