Sherwood Anderson, la voce dell’America più autentica

Per una volta, lasciamo da parte grattacieli e metropoli caotiche per addentrarci in un’altra America, quella più autentica, quella che scrittori americani come William Faulkner o John Steinbeck hanno descritto mirabilmente.

Un’America composta da stalle e fattorie, fatta di stenti e povertà: in questi contesti vivono, sopravvivono o cercano di affrancarsi i protagonisti dei racconti di Sherwood Anderson, uno degli scrittori americani le cui opere, ritengono i critici, hanno influenzato William Faulkner.

Sherwood Anderson: la vita

La varietà di lavori che svolse e i quattro matrimoni sono gli elementi che colpiscono nel leggere la biografia di Anderson, nativo dell’Ohio e terzo figlio (di sette) di una famiglia le cui condizioni socio economiche costrinsero presto Anderson a cercarsi un qualsiasi lavoro. 

Fu manovale, ma anche gestore di un servizio di vendita per corrispondenza; trovò impiego nel campo dell’editoria e, naturalmente, scrisse racconti e romanzi. Il successo più grande è legato alla raccolta di racconti, Winesburg, Ohio, pubblicata nel 1919.

Nonostante i racconti gli diedero una discreta fama, Anderson si cimentò anche con i romanzi, fra i quali Many Marriages, pubblicato nel 1923 e che Francis Scott Fitzgerald lo giudicò il migliore fra quelli scritti da Anderson.

L’instaurazione di un salotto letterario frequentato, fra gli altri, da scrittori del calibro di Edmund Wilson, Carl Sandburg e William Faulkner ci fa comprendere il ruolo che Sherwood Anderson aveva acquisito nel panorama culturale e fra gli scrittori americani del suo tempo.

Morì nel 1941, a 64 anni, in circostanze piuttosto singolari: a una festa in barca in suo onore, a Panama, inghiottì, probabilmente senza accorgersene, un’oliva o una tartina con lo stuzzicadenti: lo stecchino fu la causa della peritonite che portò Anderson alla morte.

Winesburg, Ohio

La fama letteraria di Anderson è legata per lo più ai racconti e, fra questi, alla famosa raccolta, Winesburg, Ohio, data alle stampe nel 1919. La raccolta comprende testi già editi su varie riviste e poi riuniti in un’opera organica.

La cornice dove i vari racconti prendono vita è un paese, un villaggio inventato in Ohio, Winesburg appunto. Siamo a fine Ottocento e un giovane giornalista, George Willard, narra le vicende degli abitanti della cittadina.

La raccolta di racconti rappresenta, quindi, un piccolo grande viaggio nel tempo e nello spazio che precede l’arrivo e il tornado che la contemporaneità, con i suoi vantaggi e svantaggi, ha portato. E così la descrizione del fieno appena tagliato o l’odore dell’aria dopo la pioggia non sono dettagli, ma protagonisti.

E sono anche testimoni di un mondo che ieri, ma ancora di più oggi viene spazzato dal tempo che corre e dalle abitudini che cambiano, ma che Sherwood Anderson ha saputo non solo immortalare, ma anche raccontare con uno stile unico.

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