Arte

Da figlio ad adulto nella fotografia pittorica di Anna Celani

Capita spesso che ricordi ed emozioni riaffiorino dal passato, senza un motivo apparente, ma governati da chissà quale meccanismo della nostra mente: qualche tempo fa mi è capitato di imbattermi sui social in una fotografia di una porta, un po’ datata, socchiusa.

Corredata da una frase di stampo filosofico, la foto ha aperto improvvisamente un cassetto dei ricordi: la porta ritratta nella foto era di un modello molto simile a quella della mia stanzetta, in casa dei miei.

Avrei potuto ricordarmi delle tante volte in cui l’ho sbattuta per rabbia o delle innumerevoli volte che mi ha riparato dal mondo là fuori. E, invece, mi si è concretizzata l’immagine dell’ultima volta che l’ho chiusa da figlio, cioè quando con uno zaino in spalla e una valigia in mano ho preso il volo.

Spiccare il volo

Un gesto ripetuto milioni di volte e che dura una frazione di secondo, quello di chiudersi una porta alle spalle, ma che ha segnato nella sua semplicità la solennità di un passaggio di stagione: lasciavo il vecchio me, il mio modo di vivere e vedere il mondo lì dentro, per diventare un adulto.

Sogni, speranze e anni di fantasticherie erano ora realtà, da vivere e scoprire. Nel tempo di un battito di ciglia, mi sono sentito sul tetto del mondo, mi sono sentito immortale, mi sono sentito un re.

Mi sono sentito proprio come il giovane, adagiato in un drappo amaranto, nella stampa su tela 100×150 di Anna Celani: davanti a me un campo di gioco sgombro, pronto per ospitare nuove avventure e nuove sfide con un solo protagonista, me.

Le esperienze passate, dagli studi alle baruffe all’oratorio, alla mia sinistra, sfumano, si dissolvono, ma non svaniscono. Diventano invece parte di me, un tutt’uno che farà parte della mia persona e del mio futuro.

Tutto intorno l’atmosfera è un alternarsi di luci e ombre: una realistica cornice che preannuncia le gioie e i dolori, gli alti e i bassi che mi aspettano. La cornice, dagli echi caravaggeschi, dona l’eleganza necessaria alla solennità del momento, o meglio della mia vittoria. 

Sì, ho raggiunto il traguardo e l’obiettivo è realizzato, dopo anni di impegno, sudore e fatica: tutto il mio passato e tutto il mio futuro confluiscono su di me qui e ora, nell’attimo che funge da spartiacque fra il mio ieri e il mio domani tanto desiderato.

Con una fotografia pittorica, Anna Celani ha saputo cogliere le sensazioni ed emozioni che tutti quanti noi, con la sfrontatezza della nostra gioventù, abbiamo provato quel giorno in cui ci siamo chiusi la porta della stanzetta alle nostre spalle.

Quel giorno in cui abbiamo conquistato il centro della scena, ma anche il centro del tempo che ci è dato e che inesorabilmente scorre, ci attraversa  e ci cambia in un fluire continuo, senza sosta e senza interruzioni.

La foto di Anna Celani nel panorama artistico

La foto di Anna Celani, già esposta nello Spazio Espositivo di San Vidal a Venezia a dicembre 2021 e contenuta nel catalogo “Camera Chiara” realizzato dal direttore artistico dello Spazio San Vidal, Christian Palazzo, nasce da un lavoro di ricerca e dell’esplorazione dell’inconscio.

Il lavoro, che parteciperà al premio Luchino Visconti a Ischia, è una fotografia pittorica, un genere nato in Inghilterra sul finire del XIX secolo e che solo fra il finire dell’Ottocento e i primi anni del secolo scorso riesce ad affermarsi, non senza difficoltà, come nuovo genere.

La fotografia pittorica risponde in maniera sublime alle esigenze dell’artista Anna Celani di sondare il rapporto fra arte e inconscio, espresso anche mediante il ricorso a contrasti fra chiaro e scuro, al gioco delle stoffe o delle gocce scintillanti.

LEGGI ANCHE:

Nomadland: la fragile bellezza della solitudine 

Man Ray, il fotografo surrealista 

Shamsia Hassani, la street artist che racconta la vita delle donne afghane 

Il Narciso di Caravaggio 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *