11 Ottobre 2024
Grotta La Sassa

Il sito della Grotta La Sassa, ubicata nel comune di Sonnino (LT) - Angelica Ferracci (Credit: Università di Tartu)

Una ricerca internazionale ricostruisce il percorso degli antichi esseri umani dalle steppe all'Italia fra la fine dell'Età del Rame e l'inizio dell'Età del Bronzo.

La collaborazione fra diversi istituti universitari di Italia, Regno Unito ed Estonia ha portato a una prima mappatura della popolazione italiana in un periodo finora scarsamente, quello del passaggio dall’Età del Rame (anche detta calcolitico) all’Età del Bronzo (intorno ai 4000 anni fa).

Sono molte le domande aperte riguardo il cambiamento dei fenotipi nel corso dei millenni in Europa

Presso il laboratorio per il DNA antico (aDNA) dell’Università di Tartu, Estonia, è stato estratto il genoma di ventidue individui (e un totale di 51 elementi ossei, in particolare denti) vissuti fra l’Italia centrale e nordorientale in un periodo compreso fra le due ere e usando come paragone i dati già esistenti riguardo la popolazione vissuta lungo l’intera penisola e Sicilia e Sardegna fra il Neolitico, precedente, e l’Età dei Ferro, successiva.

Nell’analisi delle migrazioni da quel vasto territorio costituito dalle steppe eurasiatiche è emerso che anche in Italia la presenza di genoma proveniente dai popoli delle steppe pontico-caspiche, caratteristica che si sapeva comune riguardo l’Europa centrale e settentrionale.

La distribuzione dei siti oggetto della ricerca ha permesso di identificare in 4000 anni fa l’arrivo delle caratteristiche dei popoli delle steppe nel nord Italia e 3600 anni fa in Italia centrale. Tali peculiarità genetiche sono assenti negli individui del calcolitico ma si diffondono sempre più nel corso del tempo a partire dall’inizio dell’Età del Bronzo.

I cambiamenti genetici coincidono con transizioni come quella da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori

Tali migrazioni hanno avuto evidenti conseguenze anche sul piano culturale e sociale: in due siti si evidenziano per esempio cambiamenti nei riti sepolcrali legati alle modifiche nei legami di parentela fra gli antichi italiani, pur in assenza di significative variazioni nel fenotipo degli individui durante questo periodo di transizione.

L’estensivo studio internazionale rivela che il profilo genetico degli antichi abitanti della penisola ha continuato costantemente a modificarsi in seguito alle migrazioni e agli insediamenti fin dal Neolitico. La conoscenza acquisita permetterà di espandere ulteriormente le ricerche con un più fitto campionamento su individui vissuti fra l’Età del Ferro e l’Impero Romano. Quest’ultima epoca sarebbe stata molto più rilevante dal punto di vista dei cambiamenti nei fenotipi dei popoli italici.

La ricerca “Ancient genomes reveal structural shifts after the arrival of Steppe-related ancestry in the Italian Peninsula” è stato pubblicata il 10 maggio 2021 su Current Biology.

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